Esce questo mese l’ultimo libro di Giuseppe Gangi, Il Pranoterapeuta, una guida breve e divulgativa alla pranoterapia pubblicata da Edizioni Clandestine.
Finalmente affrancata da orpelli mistificanti e ciarlataneria, questa pratica è stata recentemente riconosciuta e regolamentata dall’AIFEP (Associazione Italiana Flusso e Pranoterapeuti) come uno dei tanti metodi curativi naturali, che non sostituiscono bensì affiancano la terapia medica tradizionale.
Il pranoterapeuta, infatti, pur avendo una conoscenza di base del corpo umano, non fa diagnosi, non tocca il paziente, non prescrive farmaci. Come studioso di magnetismo, impegnato egli stesso in esperienze pranoterapiche, Gangi ripercorre le principali tappe della storia della pranoterapia a partire dall’antichità, passando per Gesù, Avicenna, Paracelso, Saint-Germain, fino al più grande studioso di magnetismo umano, quale certamente fu Franz Anton Mesmer e, in epoca più recente, Paul-Clément Jagot.
Offre inoltre uno strumento per un utilizzo consapevole della pranoterapia che consiste nella trasmissione dell’energia vitale, il prana, attraverso l’imposizione delle mani sulla zona del corpo da curare. Metodo, questo, dai risultati sorprendenti, se supportato da concentrazione mentale, potere di suggestione e capacità psichiche dell’operatore nonché ovviamente la predisposizione del paziente a ricevere.
Non si tratta di miracolo, ma di un fenomeno naturale governato dalle sue leggi; la conferma che tutti siamo magnetizzatori in potenza e che la materia può essere influenzata dalla mente.
Un invito alla scienza medica affinché si convinca che il magnetismo è una disciplina che esula dalla tradizionale medicina occidentale in quanto cura il malato, non la malattia, nella sua dimensione olistica. Un monito ai media che pongono prevalentemente l’accento su casi di impostori che promettono guarigioni miracolose, alimentando gossip più che informazione, tabù e ignoranza piuttosto che conoscenza.