Antonio La Vacca e Giuseppe Lamedica, uccisi durante la protesta per la terra e il salario, ma anche Sacco e Vanzetti e il foggiano Luigi Pinto, tra le vittime della strage di Brescia del 1974. A Torremaggiore, nella manifestazione in memoria dell’eccidio del 29 novembre 1949, il presidente del Consiglio
regionale, Onofrio Introna, ha ricordato tre episodi accomunati dalla ricerca di un lavoro difficile, che hanno visto protagonisti “figli della Puglia che la Puglia non dimentica”.
“Se un Paese senza memoria è un Paese senza futuro, questa è una regione che non vuole dimenticare la memoria storica è un dovere ed è la cifra della civiltà di una comunità”. È per questo che il presidente Introna ha accostato il prof. Pinto ai caduti di Torremaggiore ed agli anarchici sacrificati innocenti sulla sedia elettrica. Perché sono vittime del lavoro e dell’emigrazione per mancanza di un lavoro.
“Infatti – ha fatto presente – il destino che ha portato Luigi Pinto lontano da Foggia è una realtà per tanti ragazzi pugliesi di oggi. E non sono gli emigranti generosi ma semianalfabeti di un tempo. Sono i più qualificati quelli costretti a cercare altrove un impiego e un futuro, che la Puglia non riesce a garantire”.
Quella del lavoro è una battaglia che chiama la Regione ad un impegno quotidiano, per garantire un presente ed un futuro ai pugliesi, per dare una risposta alla domanda mai risolta di piena occupazione. “Avvertiamo, in particolare, il dovere di tutelare il talento delle nostre giovani generazioni, che non devono subire la mortificazione di emigrare verso altre regioni d’Italia o d’Europa”.