Colgo con un certo stupore – afferma il Sindaco di Otranto, Luciano Cariddi – la notizia della deliberazione del Consiglio Regionale con la quale è stata prevista la riduzione delle ATO pugliesi, che operano nella gestione dei rifiuti, da 15 a 6.
E’ indubbio che aver ridotto le ATO contribuirà a limitare, quanto meno, i danni legati alle gestioni burocratiche che la gran parte di queste ha prodotto negli anni in cui sono state attive. Infatti, le buone intenzioni del legislatore che ne aveva previsto l’istituzione sono andate tutte disattese.
I principi ai quali ci si era ispirati originariamente, e sui quali si erano, almeno sulla carta, basate le ragioni costitutive delle ATO, vale a dire efficienza, razionalizzazione ed economicità, sono stati totalmente smentiti nella pratica.
Si è compreso da subito, visto il notevole aumento prodotto con i nuovi appalti di gestione del servizio RSU affidati dalle ATO, che il costo per i Comuni, e di conseguenza per i cittadini, aumentava notevolmente rispetto al passato. Tale aumento, molto spesso, non è dovuto solo al nuovo sistema adottato della raccolta differenziata, ma anche ad una serie di errate previsioni nella fase progettuale e nel sistema di gare bandite per l’affidamento dei servizi.
D’altronde era facilmente prevedibile che nel settore dei rifiuti non si sarebbero potute ottenere economie di scala legate ad una maggiore dimensione della base territoriale servita, in quanto il servizio di smaltimento deve partire contestualmente ogni mattina, ovunque, non potendo, così, consentire di sfruttare gli stessi mezzi per i vari Comuni.
Quanto ai principi di razionalizzazione e di efficienza, è stato decisamente ottimistico immaginare che questi potessero essere garantiti da una gestione affidata ad organismi come le ATO che operano sulla base di assemblee di noi Sindaci, nelle quali, quasi sempre, prevale la logica di appartenenza politica rispetto alla razionale valutazione dei problemi. Se poi consideriamo il sistema eccessivamente burocratizzato di controllo e contestazione delle prestazioni effettuate dalle ditte affidatarie, allora ci si rende conto di come sia impossibile rendere efficiente tale gestione.
Voglio sperare che la Regione Puglia, con la deliberazione assunta in Consiglio, abbia voluto solo avviare un percorso che dovrà concludersi con la totale estinzione delle ATO, mettendo fine, quanto prima, alla pessima esperienza realizzata sui nostri territori. Anche perché, credo sia abbastanza chiaro il dettato letterale della legge n. 42/2010, di conversione del D.L. n. 2/2010, lì dove stabilisce che, decorso un anno dalla entrata in vigore, e quindi entro il prossimo 26 marzo, le ATO saranno “soppresse”. Da quella data, ogni eventuale atto compiuto dalle ATO dovrà considerarsi nullo. Alle Regioni è stato delegato il compito di legiferare, entro il suddetto termine, per decidere a chi trasferire le competenze attualmente in capo alle ATO.
Mi auguro vivamente che il Consiglio Regionale valuti la soluzione prospettata da tantissimi Comuni di restituire a questi la gestione diretta dei servizi di raccolta, spazzamento e allontanamento degli RSU, guardando alle Province che, tra le poche competenze specifiche, hanno nell’ambiente una materia già delegata, per l’affidamento della gestione dei recapiti finali previsti nel ciclo dei rifiuti regionale.
Solo in questo modo credo si potrà riuscire a restituire efficienza nella gestione e, speriamo tutti, un decoro degli ambienti urbani, rispetto al degrado cui abbiamo assistito in questi ultimi periodi.