“L’Italia dei valori nel suo programma di governo ha sempre avuto un’attenzione particolare all’inquinamento”. È il capogruppo dell’Idv, Orazio Schiavone, che nel corso della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge per la prevenzione dell’incidenza di tumori da inquinanti
industriali, ne approfitta per lanciare un affondo al premier Berlusconi: “noi siamo convinti che siano due le fonti di inquinamento importanti in Italia, una è Silvio Berlusconi e siamo quasi riusciti a sconfiggerlo, gli altri inquinanti sono quelli che procurano i peggiori tumori e su questa materia il nostro impegno è costante e mirato anche grazie all’azione di governo attraverso l’assessore Lorenzo Nicastro”.
E proprio l’assessore spiega la necessità di un intervento tempestivo con una legge che serve soprattutto a Taranto ma che non dispiace a Brindisi ed anche a tutta la Puglia. “La realtà di Taranto non ha eguali in Europa – ha sottolineato Nicastro – dobbiamo intervenire tempestivamente, anche se non escludiamo che il governo possa eccepire come al solito. In tal caso speriamo nel buon senso della Corte Costituzionale, la salute dei cittadini non può essere ostaggio di battaglie politiche”.
Patrizio Mazza, oltre che consigliere dell’Idv è un medico ed ha illustrato i principi della bozza di proposta di legge.
“Questa iniziativa legislativa – ha detto Mazza – privilegia l’aspetto prettamente sanitario/oncologico, ai fini della tutela della salute dei cittadini abitanti le zone considerate <aree a crisi ambientale>. Propone il monitoraggio ambientale ed una regolamentazione dell’immissione delle principali sostanze cancerogene, riconosciute come tali dalla letteratura scientifica, con riferimento a diossine, benzene, idrocarburi policiclici aromatici, amine aromatiche e polveri sottili (PM2.5)”.
“La modalità di raccolta dei campioni, derivanti appunto da monitoraggio – ha proseguito l’esponente dell’Idv – dovrà tener conto dell’imprevedibilità di raccolta degli stessi e attenersi quanto più possibile alla reale situazione delle emissioni”.
La proposta di legge precisamente si prefigge di regolamentare i limiti di emissione, con eliminazione dei picchi elevati e di meglio individuare i siti considerati come critici a causa delle suddette emissioni, nonché di stabilire un sistema di controllo affinché vi sia un’effettiva efficacia preventiva.
Ciò si applica anche ad eventuali ulteriori sostanze che in futuro potrebbero essere considerate scientificamente come cancerogene o potenzialmente tali. Il monitoraggio dovrà prevedere la conoscenza d’incidenza di tumori attraverso l’istituzione permanente di un registro tumori annualmente aggiornato secondo le stime d’incidenza e di confronto sia con gli anni precedenti che con altre realtà sanitarie.
Il registro dovrà prevedere un abbinamento con le attività lavorative dei soggetti interessati da tumore. Una globalità di 500 nuovi casi di tumore per ogni 100.000 abitanti nell’anno è da considerarsi un limite invalicabile. Stabiliti i limiti di non valicabilità la proposta prevede che all’ARPA sia demandato il controllo tecnico delle emissioni, con la misurazione delle sostanze; all’ARPA compete anche l’individuazione dei siti critici per le emissioni di sostanze cancerogene. All’ASL cui appartengono i siti critici, spetta il compito del monitoraggio dell’incidenza di tumori attraverso l’istituzione del registro d’incidenza ed il suo aggiornamento costante secondo modalità tecniche scientificamente validate.
“Nella bozza di proposta di legge – ha concluso Mazza – sono previste sanzioni per i soggetti destinatari dei controlli, che saranno di natura pecuniaria a favore di enti o associazioni che hanno impatto sociale sui territori critici, fino a prevedere il fermo degli impianti se gli sforamenti si manifesteranno come reiterati nell’arco di un anno superando per numero il limite fissato alla proposta di legge”.