Da qualche tempo spunta tra le immagini pubblicitarie la storia, vera o falsa che sia, di una bevanda con le bollicine al sapor di caramello nominata “coca cola”. Nessuno conosce veramente la miscela di questo scuro dissetante, sappiamo solo che i bambini ne vanno ghiotti. Ma soprattutto conosciamo l’immagine di questo prodotto, “l’aspetto fisico”, l’etichetta che per decenni
ha invaso la pubblicità accompagnata da sottofondi musicali scelti, a mio avviso, da psichiatri o da santoni che scavano nel subconscio, tanto era il martellamento psicotico che questi producevano ( ancora oggi nel periodo di natale mi ritorna in mente “vorrei cantare insieme a voi in magica armonia..”). Ebbene, tale commercializzazione a cosa ha portato? Semplicemente a mettere l’arte sugli scaffali. Come in un super o iper mercato.
Cosa c’entra l’arte? “c’entra, c’entra, eccome se c’entra”.
Sarei oggi milionaria se avessi avuto l’intuizione di quel mattacchione di Andy Warhol. O la genialità dei Dadaisti. Ma non l’ ho avuta. Ed è proprio qui che interviene il genio.
Avere un’intuizione è in assoluto a mio avviso la più alta forma di genialità che l’uomo può possedere. Certamente un’intuizione svolta, eseguita , messa a punto.
Immagino Warhol che una mattina si sveglia e va fare la spesa. E fin qui, tutto nella norma. Mia madre ogni giorno si sveglia e va a fare la spesa.
E girando tra una scatola di piselli e un’altra di carne essiccata o ingelatinata, viene folgorato da un pensiero (l’intuizione): lui come illuminato dall’alto con l’indice sulla tempia destra , le rughe tra le sopracciglia, sintomo di tumulto cerebrale, e la palpebra bassa dell’occhio destro che quasi fatica a contenere la pupilla: consumare l’arte come un prodotto da supermercato.
Da qualche parte ho letto che a suo parere “i prodotti di massa rappresentano la democrazia sociale e che come tali vanno riconosciuti, e che anche il più povero può bere la stessa coca che beve Liz Taylor o Jimmy Carter.” e ci mancherebbe pure. Il vero problema è quale prezzo può raggiungere sul mercato una coca cola. Dipinta da lui. Forse perché Large. Aggiudicata ad un’asta di Sotheby’s per (mi tremano le dita mentre lo scrivo) 35,3 milioni di dollari, 25,4 milioni di euro..e non so quanto in vecchie lire, ad un acquirente che ha chiesto l’anonimato.
Che dire..speriamo non gli si gonfi troppo la pancia(anche se probabilmente si sarà sgonfiata per quanto ha sborsato)..