Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?
L’amore per la musica mi è stata trasmessa dai miei nonni entrambi musicanti nelle bande cittadine, tanto da seguirli nelle varie manifestazioni con un tamburo giocattolo e facendo uscire pazzi i miei genitori e vicini di casa con i forti rumori provocati da cucchiai di legno che battevano sulle pentole da cucina…
La mia prima esperienza con la musica è stata all’età di otto anni quando ho frequentato un corso di solfeggio e flauto traverso, ma nel frattempo mi divertivo a mettere le mani su altri strumenti come pianoforte e chitarra. Il passaggio con gli strumenti a percussione è avvenuto quasi per caso quando i fratelli Gianni e Rocco De Santis m’invitarono a suonare il tamburello, darbuka e jambe con gli Avleddha.
Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Dopo una breve esperienza fatta con il piano bar, ho intrapreso la strada dei vari festival canori a livello nazionale ottenendo ottimi risultati. Nel 1994 sono entrato a far parte del gruppo AVLEDDHA come percussionista dove ho scoperto l’enorme spessore culturale che la musica etnica racchiude; esperienza colma di emozioni che mi ha fatto letteralmente innamorare del genere musicale e che mi ha legato sempre di più alla terra in cui vivo, da questa esperienza è maturata in me la voglia e l’esigenza di frequentare corsi di tamburo a cornice e percussioni, con Avleddha ho inciso due albun “Otranto” e “Senza frontiere”. Negli anni successivi ho collaborato con i Nidi d’arac, Etnie, Orchestra de La Notte della Taranta e dal 2004 fino a settembre 2010 con SU’ D’EST.
Cos’è la musica per te?
La musica è un linguaggio universale che unisce a un’unica cultura tutti gli esseri umani del mondo. La musica è l’anima di ognuno di noi, trasmette ogni tipo di emozioni che l’individuo non è in grado di esprimere con gesti e parole, credo non si possa vivere senza musica!
Hai partecipato a molti eventi e festival di grande rilievo. Quali ricordi con soddisfazione?
Ho avuto la fortuna di esibirmi su prestigiosi palchi sia in Italia sia all’estero come il concertone finale della NOTTE della TARANTA a Melpignano , le tappe del Festival della Notte della Taranta (provincia di Lecce), il Festival del MEDITERRANEO a Conversano e Bisceglie , vari festival di musica popolare in GRECIA, ITALIAN DAY(Kosovo), ZAGREB WORLD MUSIC FESTIVAL NEBO a ZAGABRIA (CROAZIA), percussionista nel progetto speciale, per il festival de la Notte della Taranta, “I RITMI DEL SALENTO E GLI ECHI DELLA TAMMORRA” con Marcello Colasurdo, percussionista nel progetto speciale per il festival de la Notte della Taranta con Franceso “FRY” MONETI polistrumentista dei Modena City Ramblers; ospite al concerto dei MODENA CITY RAMBLERS al foro boario di Ostuni (BR); percussionista in diretta televisiva in tutta europa sul canale 952 di SKY “Salento Channel” in occasione della manifestazione “NOTTE DI SAN ROCCO” a Torrepaduli frazione di Ruffano.
L’evento che ricordo con maggiore emozione è il BABILON FESTIVAL (festival mondiale della musica etnica) in IRAQ nel 1998 esperienza unica, indescrivibile ma soprattutto indimenticabile che mi ha dato davvero tanto, mi ha fatto crescere non solo artisticamente.
Ci vuoi parlare dei tuoi attuali “progetti musicali”?
Chiusa una straordinaria esperienza con i su’ d’est durata sei anni, da settembre 2010 è nata FABBRICA FOLK gruppo tenuto in vita da 7 “operai della musica” con duttibilità musicale inestimabile (Davide Cafueri, Roberto Erario, Giuseppe Giannuzzi, Giuseppe Ciancia, Roberto Gemma, Carlo Cazzato e Antonio Donadeo) che si presenta a fornire un repertorio che si avvale di brani della tradizione popolare salentina e non, passando alla World Music, contaminando il tutto con sonorità Rock e New Age. Il grande livello di umiltà che si evidenzia in ogni singolo musicista fa di questo gruppo una grande forza e questa è la cosa più bella poiché ci unisce da un grande rapporto di amicizia e rispetto reciproco.
Quanto è importante il rapporto con il pubblico?
Il pubblico è la nostra forza, sono parte integrante del nostro spettacolo.
Ci racconti un episodio live che ti è rimasto impresso nella mente?
A proposito di pubblico non posso mai dimenticare il concerto nel teatro nazionale di Zagabria in Croazia quando il pubblico si è fatto completamente coinvolgere dal nostro ritmo ed è andato totalmente in delirio mettendosi in piedi sulle poltroncine e ballando in ogni angolo del teatro stracolmo di gente e il nostro violinista (Peppe Giannuzzi) è andato completamente in “trans” musicale…. Troppo bello!
Hai un sogno in particolare che ti piacerebbe realizzare?
Se ve lo dico, non si realizzerà mai….
Siamo alla conclusione, grazie per il tempo dedicatoci. A te l’ultima parola…
Vi ringrazio per lo spazio dedicatomi ma soprattutto per mettere in evidenza le risorse musicali della nostra terra lembo d’Italia ricca di validi musicisti.
Vorrei dire un’ultima cosa riferita a tutte le agenzie di eventi e spettacoli…. “Sappiate rispettare ogni tipo di artista, perché nella loro arte c’è sempre un grande sentimento…”
Un ultimo pensiero lo dedico al nostro “trainieri” Roberto Erario che per un problema di salute la scorsa settimana è stato ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Scorrano …noi ci saremo sempre!
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