Continua a crescere l’export della Puglia fino al 22,6% in più, rispetto ai primi nove mesi dell’anno scorso, in un trend d’aumento costante e continuo a cominciare dai primi tre mesi di quest’anno.
Siamo passati infatti da una crescita del 13,7% nel primo trimestre, al 20% in più del secondo, fino all’aumento del 22,6% calcolato da gennaio a settembre 2010 in relazione allo stesso periodo dell’anno scorso. Si tratta in termini assoluti di 5.033milioni di euro contro i 4.106 del 2009.
La Puglia è la quarta regione in Italia dopo Sardegna, Sicilia e Lazio per l’incremento delle esportazioni. Si colloca molto al di sopra della media italiana (+14,3%) e supera l’Italia nord-occidentale (+12,7%), l’Italia nord-orientale (+13,9%), l’Italia centrale (+16.4%) e l’Italia meridionale (+15,6%).
Molto bene i settori tradizionali, ma ancora meglio quelli ad alto valore aggiunto.
Si registra infatti l’ottima performance dei prodotti agricoli (+ 38,8%) e dei prodotti alimentari (+22,6%), l’exploit dei computer e degli apparecchi elettronici (+90.9%), dei mezzi di trasporto (+31,9%) e in particolare degli autoveicoli (+72,8%), per non parlare dei prodotti petroliferi raffinati (+441,9%) e dei prodotti chimici (+63,2%). Il segno più caratterizza la quasi totalità dei comparti economici, ma la grande novità è rappresentata dalla ripresa del Tac, il tessile, abbigliamento e calzaturiero che, messo in ginocchio negli ultimi anni da una gravissima crisi, chiude i primi nove mesi del 2010 con un +16,1% per i prodotti tessili e dell’abbigliamento, pelli e accessori, con un picco del 24,3% per gli articoli in pelle.
I dati, frutto della rilevazione trimestrale dell’Istat pubblicata oggi, sono stati commentati dalla Vice Presidente della Regione Puglia e Assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone a margine del dibattito “Sviluppo, rischio e conti con l’esterno delle regioni italiane” organizzato da UniCredit Banca nel Palazzo congressi dell’Expo di Napoli, per affrontare il tema del dualismo tra Centro-Nord e Sud Italia.
“La lettura di questi dati è particolarmente incoraggiante – ha detto la Vice Presidente- sia perché usciamo da un 2009 drammatico sul fronte delle esportazioni, sia per una riflessione generale sulle nostre politiche economiche. Noi abbiamo puntato a rafforzare i settori tradizionali ma anche a sostenere lo sviluppo dei comparti più innovativi, l’abbiamo fatto promuovendo l’internazionalizzazione e incentivando soprattutto lo sviluppo tecnologico e l’Innovazione. Siamo passati così dalla 488 che agevolava soprattutto la costruzione dei capannoni industriali, ad incentivi regionali come i Contratti di Programma e i Programmi integrati di agevolazione che puntano molto sull’innovazione di prodotto e di processo anche attraverso la ricerca. Proprio creando valore aggiunto – ha continuato – siamo riusciti a competere sui mercati esteri, con i risultati che vediamo oggi”.
Poco prima, intervenendo durante il dibattito aveva detto: “Approfondire il tema del divario nord-sud significa incidere sulla possibilità di puntare ancora sull’Italia che compete. Ciò richiede un approfondimento dei vari sud dell’Italia e un’analisi dei concreti rapporti tra le regioni e con lo Stato. Ma richiede anche una visione di prospettiva che punti a rendere l’Italia più unita e più forte, anche attraverso il contributo del sud, per molti versi dinamico e attraente, in modo da riconquistare una posizione di prestigio in un sistema politico-economico globale che oggi la vede ai margini.