Non è solo il risultato a lasciar immaginare che il Lecce sia uscito dal tunnel, ma la prestazione in sè; dei singoli e della squadra. Per qualcuno è la migliore prestazione dopo sedici giornate, ma è anche la più recente, dunque la più attendibile per parlare a buona ragione di “svolta”.
E’ un Lecce intraprendente, compatto e animato da una gran voglia di rialzare la testa dopo i recenti tracolli. E’ un Lecce che marchia immediatamente il terreno di gioco con la propria impronta; è un Lecce che toglie l’ossigeno e lo spazio al Chievo e lo tramortisce prima con Ofere e poi con Piatti. Ad accendere i fuochi è Ofere con una prepotente progressione di fisico ed un destro perentorio e telecomandato verso l’angolo alla sinistra di Sorrentino. La reazione del Chievo è infarcita di palleggi e triangolazioni esteticamente apprezzabili che però raramente approdano in zona pericolosa. In chiusura di tempo il Lecce confeziona il raddoppio firmato da Piatti che beffa Sorrentino con una mezza girata di destro con palla che rimbalza e supera il portiere clivense.
L’avvio della ripresa è ancora veemente, il Chievo sbanda sotto le sferzate di Di Michele e di un Piatti finalmente ispirato e ficcante. A rompere questo predominio, al 10°, è un calcio di punizione di Bogliacino assegnato dall’arbitro per un fallo di Olivera a ridosso della linea dei sedici metri. Il Lecce accusa il colpo, fatica un pò a riorganizzarsi anche perchè il nuovo entrato, Moscardelli, si rivela subito come brutto cliente. Poi Di Michele si beve Frey offrendo a Piatti l’occasionissima che Sorr entino annulla; bravissimo Sorentino, troppo scolastico Piatti.
La partita scorre veloce e gradevole; continui rovesciamenti di fronte su uno dei quali Piatti ritorna a fare . . . . il Piatti: palla al piede sfila lungo la linea d’area per poi concludere incrociando sul palo lontano: gran bel gol! Sembra fatta ma non è così; Di Michele fa cose per palati esigenti infilandosi in area come un furetto, salta un paio di avversari ma Sorrentino c’è ancora.
Il gol di Mandelli al 49°, pronto a sfruttare una corta respinta (mancata presa) di Rosati, riaccende per un minuto le speranze del Chievo, ma il risultato è ormai in archivio: 3 – 2 .