“Uccella parla di debito inesistente o inventato o ancora gonfiato, riferendo cifre di crediti pregressi della STP, che si perdono nella notte dei tempi, alcuni addirittura inesigibili, iscritti in bilancio da anni senza essere riscossi o peggio rappresentano una semplice incognita.”
Interviene così il Presidente Societa’ di Traporti Pubblici, l’on. Gino Pepe.
Vale la pena ricordare, per esempio, che tra quei crediti aziendali snocciolati da Uccella ce ne sono alcuni che potranno sembrare “sgraditi” allo stesso esponente del PD, per esempio ben 550mila Euro che la Regione Puglia non ha mai trasferito alla STP, che solo per fare un esempio servirebbero – senza voler essere demagogici come Uccella – già da soli a pagare le tredicesime mensilità a fine dicembre. Perché Uccella non si spende in questa direzione utilizzando la sua vantaggiosa posizione politica vicina al governo regionale? Ogni bonifico e ogni incasso della gestione-Pepe è stato riversato sugli stipendi dei lavoratori. Se ne arrivasse uno dalla Regione (tra l’altro dovuto!) sarebbe utilizzato immediatamente. Il dissesto aziendale c’è, invece, ed è reale, raggiunge i 4,5 milioni di Euro di disavanzo certificato, di debito consolidato, con perdite mensili di 150mila Euro, peraltro ridotte a questa cifra dai 200mila Euro di partenza di debiti mensili della gestione-Uccella. Eppure stiamo lavorando alla sopravvivenza, a tutelare l’integrità aziendale. Ma, per esempio, ad aiutarci dovrebbe essere anche chi fugge dal capitale sociale di STP, come la Regione Puglia, che ha già comunicato di voler disimpegnare e vendere le proprie quote, lasciando lo scomodo cerino in mano alla Provincia, credo con poca responsabilità istituzionale e nei confronti dei lavoratori. Per la mia gestione ricordo che ho fatto sin qui il possibile e l’impossibile: 800mila Euro sono già stati tagliati e risparmiati in appena 3 mesi. Eppure serve un’operazione concertata e condivisa, ma comunque d’emergenza, per salvare quell’integrità aziendale a cui mi riferivo poc’anzi: con un contratto di solidarietà in deroga di 2 anni per tutti i lavoratori si salverebbero tutte le maestranze, senza i licenziamenti strumentalmente sbandierati dal centrosinistra, perché ripetutamente rifiutati da me personalmente. In questo modo i lavoratori sarebbero 1) tutelati della stabilità occupazionale 2) tutelati dal punto di vista previdenziale perché non perderebbero nulla 3) tutelati anche dal punto di vista sostanziale, perché i contributi statali che l’azienda riuscirebbe ad avere con questa formula sarebbero interamente riversati sugli stipendi dei dipendenti, sempre per specifica mia volontà personale. A conti fatti la richiesta della società verso i suoi lavoratori è quella di rinunciare a meno di 100 Euro a ciascuno al mese: è una cifra importante e lo comprendo, soprattutto per le piccole economie domestiche di centinaia di famiglie salentine, ma credo possa rappresentare il ragionevole sacrificio di chi vuole salvare il posto di lavoro” .