“Gioia e pace per ogni abitante dell’amata Italia: per i bambini e gli anziani, per i giovani e le famiglie”. Sono questi i “doni natalizi” invocati da Benedetto XVI per il nostro Paese dalla Loggia della Basilica di San Pietro, dalla quale ieri e’ tornato ad affacciarsi come ogni 25 dicembre.
“Il Cristo, nato per noi – ha aggiunto nel saluto in italiano, prima delle 65 lingue utilizzate ieri per fare gli auguri a tutti i credenti – ispiri i responsabili perche’ ogni loro scelta e decisione sia sempre per il bene comune; conforti quanti sono provati dalla malattia e dalla sofferenza; sostenga coloro che si dedicano al servizio dei fratelli piu’ bisognosi”. Prima degli auguri e della benedizione Urbi et Orbi, Papa Ratzinger ha sottolineato che il messaggio del Natale e’ “sempre nuovo, sempre sorprendente, perche’ oltrepassa ogni nostra piu’ audace speranza”. E cio’ “soprattutto perche’ non e’ solo un annuncio: e’ un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesu’ di Nazareth”. “La luce di questa verita’ – ha scandito il Pontefice teologo rivolto ai circa 50 mila fedeli presenti in piazza San Pietro nonostante la pioggia – si manifesta a chi la accoglie con fede, perche’ e’ un mistero d’amore: solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale”. “Cosi’ – ha ricordato – fu nella notte di Betlemme, e cosi’ e’ anche oggi” perche’ “l’incarnazione del Figlio di Dio e’ un avvenimento che e’ accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa: nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore”. “Al tempo stesso – ha continuato – l’annuncio del Natale e’ luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanita’”. Infatti, il Regno di Dio “non e’ di questo mondo, eppure e’ piu’ importante di tutti i regni di questo mondo. E’ come il lievito dell’umanita’: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia”. “Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia – ha sottolineato – e’ un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni”.