“Il pasticcio sulla giungla delle rinnovabili creato in Puglia dalla Giunta Vendola, può essere risolto solo dal Governo regionale. Il Governo Berlusconi non c’entra nulla, né c’entrano le famigerate quote che l’assessore Capone continua a chiedere.
E oggi glielo spiega pure l’assessore Nicastro in una intervista: il Governo, in base alla Legge 13/2009 articolo 8 bis (lo stesso citato dalla Capone) deve fissare le quote minime non le quote massime. Il che non risolverebbe certo il problema della Puglia, né tantomeno servirebbe ad arginare la proliferazione selvaggia di pale e pannelli”. Lo dichiara in una nota il capogruppo del Pdl alla Regione Puglia, Rocco Palese.
“Lo stesso assessore Nicastro, peraltro, ribadisce che la Regione non ha il controllo del numero degli impianti al di sotto di 1 MW realizzati con la semplice Dia in virtù della Finanziaria 2008 (Prodi) e della ancor più permissiva Legge 31/2008 della Regione Puglia. E’ evidente – aggiunge Palese – che la strada da seguire è quella indicata più volte negli anni da noi dell’opposizione: insediare quanto prima la Commissione di indagine regionale ed istituire l’anagrafe degli impianti. Nel frattempo nessuno di noi auspica una moratoria che peraltro prima ancora di essere impugnata e bocciata dalla Consulta, sarebbe oggetto di contenzioso con le centinaia di imprenditori lasciati al palo e che da anni aspettano che la Regione convochi le Conferenze di servizi. Resta da capire come mai alcuni impianti sono stati autorizzati in tutta fretta, per altri le richieste giacciono anche da anni e, soprattutto, come intenda la Regione gestire la “sfida dei pannelli sui tetti”. Detto questo – conclude Palese – capiamo l’imbarazzo di Vendola che dopo essersi fatto tutta la campagna elettorale vantando il primato pugliese sulle rinnovabili, oggi si vede tornare indietro quel primato come un boomerang”.