“Non c’è la benché minima riduzione degli sprechi, né della spesa per beni e servizi; mancano norme per il controllo della spesa sanitaria; manca la proposta di un nuovo modello organizzativo del sistema sanitario.
Per questi motivi il Pdl e il centrodestra hanno votato contro il Piano di Rientro in Commissione”. Lo spiega in una nota il capogruppo del Pdl, Rocco Palese.
“Diciamo da mesi – sottolinea l’esponente Pdl – che la Giunta Vendola poteva presentare al Governo nazionale un Piano di Rientro completamente diverso, fatto di norme strutturali di contenimento e taglio della spesa, di riduzione di almeno l’1% della spesa per l’acquisto di beni e servizi, di un nuovo modello di organizzazione che poteva essere calibrato non sui tagli ai servizi ma sulla riduzione degli sprechi. Non è vero che il Governo nazionale impone alla Puglia le scelte scellerate che questo Governo regionale sta compiendo; il Governo chiede alla Puglia di rispettare le intese che la Puglia (come tutte le altre Regioni) ha sottoscritto nel 2005 e nel 2009 e che prevedono una riduzione di posti letto per numero di abitanti e poi le chiede di rientrare nei parametri del Patto di Stabilità”.
“Il modo in cui la Puglia ha deciso di rientrare in questi parametri – rileva Palese – non è stato in alcun modo il Governo nazionale a stabilirlo. Piuttosto è stata una scelta politica di Vendola quella di mantenere intatti gli sprechi, la spesa sanitaria, quella farmaceutica, gli acquisti di beni e servizi, aumentare le tasse regionali, reinserire il ticket di un euro a ricetta e, infine, chiudere 18 ospedali. Non condividiamo nulla di questo metodo, così come non abbiamo condiviso in questi 6 anni il fatto che per evitare di tagliare i posti letto in concomitanza con le scadenze elettorali, Vendola abbia disatteso le intese tra Stato e Regioni ed abbia aspettato più di due anni per presentare il Piano di Rientro”.
“Oggi in un unico Piano – conclude Palese – si ritrovano a dover attuare le due intese sul nuovo numero di posti letto e a rientrare nei parametri del Patto di Stabilità disatteso nel 2006, nel 2008 e nel 2009. Dopo 6 anni di vacche grasse ora lasciano intatte la sacche di sprechi e tagliano i servizi. Noi non avremmo mai fatto nulla di tutto questo”.