“Sulla vicenda della Pet Tac Calabrese non dovrebbe essere scartata l’ipotesi di un esposto da presentare alla Corte dei Conti per valutare la corretta utilizzazione delle risorse regionali in materia di sanità e convenzioni, soprattutto alla luce di una realtà incontrovertibile: non convenzionare la Pet Tac
del Centro di Medicina Nucleare “Calabrese” costa alla Regione e ai pugliese decisamente più di quanto verrebbe a costare la copertura finanziaria delle prestazioni erogate dal suddetto centro”
È quanto dichiara il consigliere della Regione Puglia e presidente di “Moderati e Popolari”, Antonio Buccoliero, che torna sulla nota vicenda della Pet Tac Calabrese con una nuova interrogazione urgente a risposta scritta indirizzata all’assessore alle Politiche della Salute.
”Dopo la prima interrogazione, che presentato lo scorso 26 novembre e alla quale, ad oggi, non sono pervenute risposte di alcun genere – prosegue Buccoliero – depositerò, in queste ore, una nuova interrogazione con l’obiettivo che venga fatta piena chiarezza su una vicenda, che si gioca sulla pelle di tanti malati oncologici, che hanno diritto a risposte chiare. Ci troviamo, senza ombra di dubbio, di fronte ad una situazione paradossale e il perché è presto spiegato.
Dalle poche voci che sono trapelate sulla stampa locale, dal momento che, come appena detto, nessuna comunicazione ufficiale è pervenuta da parte della giunta regionale, la mancata convenzione delle prestazioni di Pet – Tc sarebbe da imputare all’assenza di un’adeguata copertura finanziaria. Una spiegazione che si potrebbe anche accettare, se non intervenisse un dato preciso: soltanto nel 2009, oltre duemila pazienti, hanno dovuto lasciare la provincia di Lecce per effettuare, in altri centri, anche fuori regione, le prestazione di Pet – Tc, che sono costate alla Puglia 2.200.000 euro! A questo punto viene da domandarsi dove sia il risparmio da parte dell’Ente e, soprattutto, dove sia l’attenzione verso pazienti oncologici che, oltre alle personali spese per i cosiddetti “viaggi della speranza”, devono anche sopportare evidenti disagi materiali dovuti ad uno spostamento di diversi km. E parliamo di persone che, in molti, casi, riescono a malapena a muoversi autonomamente! Mi pare, allora, non solo assurdo, ma anche estremamente offensivo nei confronti delle migliaia di pazienti oncologici, che attendono di sottoporsi a Pet- Tac, parlare di mancanza di fondi e di razionalizzazione della spesa! Peggio ancora se poi, a questo danno enorme, qualcuno dei vertice ASL aggiunga anche la beffa di sottolineare la vicinanza di Brindisi, dove è possibile effettuare su convenzione questo tipo di esame. Si è forse a conoscenza della lunga lista di attesa, dai due ai quattro mesi, prima di poter accedere a Brindisi? Si è consapevoli del fatto che parliamo di prestazioni “salva vita”, che dovrebbero essere effettuate in tempi estremamente ristretti?
Da qui, allora, la necessità che si dia, attraverso un dettaglio esposto, la parola alla Corte dei Conti così da chiarire, una volta per tutte, se alla Regione Puglia e ai pugliesi convengano più i viaggi della speranza o la copertura finanziaria delle prestazioni sanitarie di Pet Tac fornite dal Centro Calabrese a Lecce e in provincia.
Sempre nella speranza – conclude Buccoliero – che a questa ennesima interrogazione su un tema tanti urgente, ci si degni di fornire, finalmente, una risposta!”.