Pulcinella, maschera del teatro popolare napoletano. Il nome, di origine incerta, sembra derivare secondo l’ipotesi più attendibile dal napoletano pulcinello (piccolo pulcino), e ciò spiegherebbe il suo naso adunco, la sua voce chioccia e goffaggine del comportamento.
Una congettura è anche la presunta parentela della maschera con Macco, personaggio delle atellane. Con sicurezza può dirsi solo che egli fece la sua trionfale comparsa sulle scene negli ultimi anni del ‘500. A partire dal ‘600 fino ai nostri tempi è stato il vero protagonista del teatro napoletano. E’ difficile sintetizzare il carattere del personaggio, che ci appare ora sciocco ora scaltro, ora vinto ora giustiziere, e sfugge quindi ad una definizione precisa; può dirsi tuttavia che nelle più disparate situazioni, la sostanza della sua comicità sia sempre intessuta di una umanità dolente ed insieme spensierata, che ne fa il simbolo stesso del popolo napoletano.
Nel ‘600, Pulcinella era già vestito di bianco, il suo vestito, infatti, è ricavato da un lenzuolo bianco, come simbolo del letto, luogo in cui si nasce e muore, principio e fine della vita; il cappello, in un primo tempo a larghe tese rialzate sui lati, ducrine poi a pan di zucchero. Tipico è anche la mezza maschera nera solcata di rughe.
In Francia, verso la fine del ‘600, il costume diventò multicolore. Rimasto legato ai suoi geniali interpreti da Silvio Fiorillo ad Andrea Calcese (1618 circa – 1656), fino ai Cammarano (Vincenzo Giancola, 1720 – 1802; Filippo, 1764 –1842; Giuseppe, 1766 – 1850), a Pasquale Altavilla (1806 – 1872), ai Petito, Pulcinella doveva fatalmente scomparire con la loro scomparsa, privi com’erano i testi delle cosiddette “pulcinellate” di qualsiasi validità artistica. Fuori di Napoli, benché meno clamorosa, la fortuna della maschera fu notevole: nel 1649, per es. comparvero a Norimberga e poi a Francoforte, a Berlino, ecc., Polizinelle italiani, prima ancora ve ne erano stati in Francia (Polichinelle) e più tardi si propagarono in Spagna (Pulchinello), in Inghilterra (Punch), ecc.
Chi non conosce la famosa filastrocca di Pulcinella? Ricordo che da bambina mio padre m’insegnava questa curiosa canzoncina: “ Pulcinella aveva un gallo, tutto il giorno vi andava a cavallo, con la briglia e con la sella. Viva il galletto di Pulcinella! Pulcinella aveva un gatto, tutto il giorno saltava da matto, suonando una campanella. Viva il gattino di Pulcinella!”.
Ed ora, una piccola curiosità: il famoso “segreto di Pulcinella”, è un falso segreto, qualcosa che ormai è diventato di dominio pubblico nonostante i tentativi di tenerlo nascosto.