“Ho il diritto-dovere di difendere la mia dignita’. La squalifica che mi e’ stata comminata mi ha sorpreso e amareggiato per come e’ avvenuta; non ho alcun intento polemico nei confronti di nessuno, pero’, voglio difendermi”.
Il tecnico del Lecce Luigi De Canio proprio non digerisce la giornata di squalifica inflittagli dal giudice sportivo con la motivazione “di avere assunto un atteggiamento intimidatorio nei confronti dell’arbitro, afferrandolo per un braccio e addossandosi petto contro petto; recidivo”. “E’ la seconda volta che mi capita di essere dipinto come un violento e non ci sto, perche’ non sono mai stato una persona che puo’ assumere atteggiamenti violenti nei confronti di nessuno, non ho mai mancato di rispetto a nessuno. Al termine della gara di Catania mi sentivo un po’ penalizzato e sono entrato in campo quando ho visto Giacomazzi parlare con l’arbitro, con l’intento di allontanarlo e le immagini lo possono testimoniare. Stavamo andando via quando il direttore di gara ha sventolato il cartellino rosso al nostro capitano e questo mi ha sorpreso perche’ non avevo sentito alcuna parola offensiva pronunciata da Giacomazzi. Non ho compreso neanche il comportamento dell’arbitro che ha estratto il rosso con un po’ di ritardo. A quel punto e’ vero che ho messo la mano sul braccio a Romeo, ma assolutamente non stringendolo, solamente per richiamare la sua attenzione e parlare. Tra noi due non c’era stata alcun tipo di discussione e per questo sono rimasto sorpreso della sua reazione nel momento in cui stavo cercando di dialogare”. “Se il regolamento dice che non si puo’ toccare l’arbitro al braccio e’ giusto che io venga squalificato – continua a spiegare De Canio – ma ci tengo a ribadire che non ho avuto nessun intento violento. Ci tengo a chiarire anche un altro aspetto: nelle interviste al termine della partita ho parlato facendo riferimento alla nostra condizione di squadra che lotta per la salvezza, sperando che sia il campo e non altre decisioni a sancire un risultato sportivo. Con questo non voglio accusare nessuno o pensare che l’arbitro, con le ammonizioni comminate, abbia voluto favorire la Juventus, che per pura casualita’ sara’ il nostro prossimo avversario. Con tutto questo il Lecce non vuole piangersi, lamentarsi o fare del vittimismo. Ci tenevo a fare queste precisazioni perche’ non ci sto a passare per una persona violenta”.