Il ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione territoriale, Raffaele Fitto, ha fissato per l’8 febbraio un incontro a Roma, al ministero, per esaminare le questioni riguardanti l”internalizzazione’ dei lavoratori addetti a servizi nell’Asl di Lecce.
L’assunzione alle dirette dipendenze della sanita’ pugliese (‘internalizzazione’) di lavoratori di societa’ esterne che forniscono servizi alle aziende sanitarie era stata avviata nella seconda meta’ del 2010, sulla base di una legge regionale approvata all’unanimita’: riguarda tra i 5.000 e i 6.000 lavoratori. Dopo prime assunzioni – pare meno di un migliaio – il governo, a causa del forte deficit della sanita’ pugliese, ha posto lo stop alle assunzioni come condizione per l’approvazione del Piano regionale di rientro. Sono percio’ cominciate manifestazioni di protesta dei lavoratori in attesa di essere assunti: quelli di Lecce manifestano da un paio di mesi (dall’epoca della firma del Piano di rientro dal deficit sanitario). Per l’amministrazione regionale, le assunzioni non aggraveranno i conti della sanita’ ma li miglioreranno, consentendo di ottenere gli stessi servizi con una spesa inferiore; tra le argomentazioni contrarie del governo – che ha investito della questione la Corte costituzionale – figura la considerazione che le assunzioni si farebbero senza concorsi pubblici, favorendo cosi’ coloro che sono stati assunti, perlopiu’ con chiamata diretta, in societa’ private e cooperative per la fornitura di servizi alle Asl.