Giovane e tanto dinamica, Eva De Guz, fotografa salentina, è un vulcano di idee. L’abbiamo incontrata per poter capire qualcosa in più dell’esplosione di colori che caratterizza la sua personalità, ancor prima che le sue foto.
Com’è e quando è nata in te la passione per la fotografia?
È nata quasi per caso. Nel 2004 mi feci prestare da mio fratello la sua macchinetta fotografica. Dovevo andare al concerto di un’importante band spagnola, gli Ska-p, e non volevo perdere l’occasione di immortalare gli istanti più belli della serata. Da lì iniziai ad essere affascinata dalla macchina fotografica e da ciò che mi permetteva di fare, ma fotografavo sporadicamente, solo quando ero particolarmente ispirata.
Ti sei resa conto da subito che come fotografa ci sapevi fare?
All’inizio condividevo le foto, come chiunque altro fa, con le persone a me più vicine: i miei amici e la mia famiglia. Ricevevo molti complimenti, così man mano ho deciso di sottoporre le foto al parere di altri “critici”, fino ad arrivare a dicembre scorso ad esporre le mie foto in una personale intitolata “Mondi di essere – fotogrammi di una società variegata”, presso la Cappella Palatina del Comune di San Cesareo.
Nel corso del tempo la tua passione si è trasformata in lavoro. Credi che sia possibile dunque coniugare la passione e il lavoro o si corre il rischio di perdere l’entusiasmo?
Credo che il binomio passione e lavoro sia perfetto, sognavo di fare un lavoro che mi appassionasse e esserci riuscita è una fonte inesauribile di entusiasmo per me.
Quali sono i soggetti che preferisci fotografare?
Non c’è una categoria precisa di soggetti, sono sempre molto attenta a ciò che mi circonda e fotografo tutto ciò che attira la mia attenzione. Quello che mi preme e non avere nessun “limite”.
Fotografare è un’attività spesso collegata al viaggio per te? Quali sono i posti che vorresti visitare e immortalare?
Viaggio e foto si fondono bene insieme, sì! È impossibile immaginare di partire e lasciare a casa la macchina fotografica. Mi piacerebbe poter visitare l’Africa, soprattutto il Marocco, e l’India…e poi chissà. Il mondo è comunque un“terreno fertile” in ogni angolo, basta aguzzare la vista e scorgere il bello che insito in ogni luogo. Bisogna saper guardare, e scegliere il giusto punto di vista.
Ci sono dei fotografi che ami particolarmente?
Per il momento non mi sono documentata su nessuno in particolare.
Cos’è il culto dell’immagine per te? E il culto dell’oscenità? Alle volte anche l’osceno può essere oggetto interessante per una foto, cosa ne pensi?
Il culto dell’immagine, legato all’arte del fotografare, è tutto l’insieme di piccole attenzioni che trasformano una semplice foto in un dipinto, in una vera e propria opera d’arte.
Ci sono anche dei cultori dell’osceno, è vero, ma a prescindere dai miei gusti personali, più orientati verso il culto dell’immagine, credo bisogni rispettare il lavoro altrui.
Cosa significa per te fotografare? Essere fotografo significa anche essere un vero e proprio comunicatore di immagini; con le tue foto cosa cerchi di comunicare agli altri?
Fotografare, per me, vuol proprio dire comunicare, le mie foto rappresentano i miei interessi, i miei sogni, le mie attenzioni, fermano in un’immagine ciò che vedo, ciò che mi cattura, e attraverso le foto io esprimo al meglio il modo di essere. Il mio unico “nemico” è la piattezza, la staticità, e nei miei scatti cerco di rappresentare sempre un certo dinamismo, che in qualche modo mi rappresenta.
Se dovessi rappresentarti in un tuo scatto quale sceglieresti?
Eh, tutte le mie foto racchiudono una parte di me, quindi taglierei un pezzettino da ogni singola foto e formerei un bel mosaico.
La “fotografia come provocazione”. Oliviero Toscani, il famoso foto-reporter che per anni ha curato le campagne della Benetton, ne ha fatto una forma d’arte, cosa ne pensi?
Credo che abbia fatto un gran bel lavoro e che continui a farlo, la sua arte è provocatoria, ma anche geniale e innovativa.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Magari lavorare al fianco di Oliviero Toscani, (sorridendo) mai dire mai nella vita, no?!
Quali sono i tuoi altri interessi e passioni?
Una delle mie passioni più grandi è la musica, da sempre. Vorrei tornare poi a fare teatro-danza. Sono cresciuta con la musica, il teatro e la danza, e proprio non riesco a farne a meno.