Render la vita dura all’Inter di questi tempi, farle venire anche un po’ di tremarella (un po’ tanta), è una bella soddisfazione pur non trattandosi di un risultato che porta frutti alla classifica. L’Inter ha sofferto, nel finale ha visto i sorci verdi, ha fatto ricorso anche ai mezzucci perditempo, ma alla resa dei conti ha vinto.
Buona, buonissima la partita dei giallorossi per quanto infruttuosa ai fini pratici.Al triplice fischio Massimo Moratti ha esultato con un “finalmente” che la dice lunga sull’ansia che ha attraversato il popolo nerazzurro nelle vicende finali del confronto; ma l’Inter ha vinto lasciando il Lecce ancora invischiato nelle sabbie mobili del fondo classifica.
La sconfitta del Milan a Palermo aveva dettato il tema di Inter-Lecce: troppo ghiotta l’occasione perchè i nerazzurri lasciassero qualcosa di intentato nella caccia alla capolista: partita da vincere ad ogni costo per l’Inter, da non perdere per i giallorossi. L’iniziativa, come logica suggeriva, è subito degli uomini di Leonardo ai quali il Lecce non concede varchi utili per portare insidie a Rosati. Lecce che cerca la profondità con lanci lunghi su cui prevale la velocità di Lucio: Palla gol per Corvia al 17°; il suo sinistro di prima intenzione si perde un metro oltre il palo; il Lecce c’è, mentre l’Inter, pur spingendo, non riesce a far brillare gli argenti opacizzati dalla ragnatela difensiva di Fabiano e soci.Nella zona di manovra di Eto’o c’è Tomovic prudentemente spalleggiato dai rientri in raddoppio di Olivera; ottime alcune iniziative di Bertolacci mai in so ggezione; Le situazioni più insidiose sono di marca giallorossa.
Un primo tempo di grande applicazione, di disponibilità al sacrificio, concentrazione sempre al top, energie profuse a piene mani. E’ proprio su questo corposo impiego di energie che probabilmente puntano le speranze dei nerazzurri. Riuscirà il Lecce a “tenere” con immutata gagliardia per gli interi novanta minuti? La cronaca risponderà affermativamente pur mettendo in conto la necessità di qualche pausa per prendere fiato.
Rosati strepitoso al 6° minuto: Pazzini, dimenticato inspiegabilmente a centro area gira di testa a colpo sicuro; Rosati dice no, ma niente può un minuto più tardi sullo stesso Pazzini che con una finta si libera dalla marcatura, colpisce sporco e infila palla in rete.Protesta Rosati invocando un tocco di braccio da parte del centravanti, le immagini non chiariscono completamente.
De Canio non cambia l’assetto dei suoi uomini nè cerca maggior peso in avanti; sa quanto sarebbe rischioso e dunque confida che prima o poi uno, tra Lucio,Kivu e Maicon, commetta l’errore da sfruttare: Il fatto è che da qualche minuto Corvia non gode più della assidua assistenza dei centrocampisti, sono momenti di recupero energie.
Applausi per un ragazzino trentasettenne, tale Zanetti, che sulla fascia di competenza detta legge. Anche Bertolacci continua a fare cose egregie: il suo sinistro al volo, al 39°, è troppo preciso e Julio Cesar è molto bravo a respingere d’istinto:
Gli elogi, meritati, come al solito, non fanno classifica pur infondendo fiducia. C’è ancora da lottare!