“L’approvazione della missione italiana in Libia, votata ieri dal Parlamento, apre uno sgradevole precedente nella gestione bipartisan della politica estera da parte del nostro Paese.” Lo comunica in una nota l’on. Vincenzo Barba.
“Il gioco della doppia mozione, con il centrosinistra che non aderisce a quella della maggioranza e quella delle opposizioni che, invece, viene responsabilmente suffragata dal centrodestra, rappresenta uno spettacolo che avremmo potuto evitare agli occhi degli Italiani, anche perché sarebbe stato bello che i nostri militari avessero sentito la fiducia e l’unità di intenti da parte di tutti.
Ma tant’è!!! Di questi tempi, purtroppo, bisogna fare i conti con le quisquilie politiche; con la pervicace strategia disfattista in base alla quale il Pd, per non perdere troppo terreno a sinistra, insegue continuamente l’Idv, correndo il rischio concreto di andare perfino a sinistra del buon senso, come era solito dire Indro Montanelli.
A tutto c’è un limite e mai come in questa occasione ci sarebbe piaciuto, a pochi giorni dai festeggiamenti per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia, che il Partito Democratico lasciasse nel vicolo cieco del rancore istituzionale il gruppo di Di Pietro, dimostrandosi pronto, in questioni che attengono al futuro e alla sicurezza della nostra Nazione, da primo partito dell’opposizione qual è, a condividere una linea di responsabilità comune con le forze politiche che gli Italiani hanno scelto per farsi governare.
Stando seduto ieri in Aula, ho avuto l’impressione che si fosse realmente persa una buona occasione per evitare, una volta per tutte, quella sorta di galleggiamento in cui la vuota e sterile contrapposizione strumentale costringe le forze politiche a dare il peggio di sé, piuttosto che cercare di contribuire, ciascuno dalle proprie legittime posizioni, allo sviluppo, anche sociale, del Paese.
L’auspicio, che non dobbiamo mai demordere di augurarci, è che, a partire da domani, si possa per davvero trovare un tappeto di valori comuni sul quale camminare. La politica estera deve essere un percorso condiviso e non ci si può permettere che trovino spazio prese di posizione estremistiche da parte di forze, talvolta nemmeno rappresentate in Parlamento, che sperano nella la logica del “tanto peggio tanto meglio” per trovare qualche riga sulle pagine dei giornali.”