Non si può certo dire che tutti i politici siano fatti della stessa pasta. Molti oggigiorno vengono tacciati come ignoranti e poco inclini alla cultura, taluni come poco sensibili e avvezzi solo alle praticità economiche.
Non è certo il caso di Giancarlo De Pascalis, candidato sindaco a Nardò della coalizione Piazza Pulita, Semplicemente Neretini, PD, Progetto Nardò, Noi x Nardò.
Nella serata del 28 aprile, l’architetto organizza un incontro tra alcuni dei migliori archeologi e accademici dell’Università del Salento presso la sua sede elettorale a Nardò, per presentare il suo progetto di rivalutazione culturale del territorio e discuterne direttamente con i migliori specialisti del campo.
L’atmosfera della serata è calma e rilassata. De Pascalis, suadente e visibilmente contento, accoglie uno per uno i professori, tutti del Dipartimento di Beni Culturali di Lecce. L’amicizia e la stima riposta nel candidato sindaco da parte degli archeologi appare evidente. Ricordiamo infatti che De Pascalis è anch’egli docente presso la Facoltà di Beni Culturali dell’Università del Salento, occupandosi di restauro e allestimento scenografico.
Prendono posto tra le prime file il Prof. Cosimo Pagliara, docente di Antichità Greche e archeologo, il Prof. Riccardo Guglielmino, docente di Archeologia ed Antichità Egee, la Prof.ssa Rita Auriemma, specialista in archeologia subacquea e Giampiero Dantoni, archeologo neretino e studioso delle evidenze archeologiche della Baia di Uluzzo in primis.
Presente al dibattito anche l’ex assessore all’ambiente Mino Natalizio, da sempre in prima linea per la tutela del Parco di Portoselvaggio e di tutte le aree naturali comunali.
De Pascalis inizia il suo discorso con una piccola nota polemica sull’intervento del rettore dell’Università del Salento Laforgia. Il Magnifico si era precedentemente dissociato da alcuni suoi docenti che appoggiavano palesemente la candidatura di De Pascalis, dichiarando come l’Università, essendo un ente pubblico, dovesse restare imparziale.
Si aprono le danze. L’Architetto parte subito con l’idea cardine del suo programma politico di rivalutazione culturale: il “Progetto P.A.R.N.A.S.I.U.M”
Tale idea nasceva grazie a De Pascalis e Natalizio nella precedente amministrazione cittadina, ora ampliata e potenziata e rientrante all’interno dell’Area Vasta del nord Salento.
L’ammontare dei fondi richiesti per “Parnasum” è di 4.300.000 euro. In particolare 2 milioni da utilizzare in un bando di gara presentabile massimo entro giugno per la ristrutturazione del convento di S.Antonio e del chiostro dei Carmelitani. De Pascalis ci tiene a sottolineare che la questione è da porre all’attenzione del commissario prefettizio quanto prima, pena la perdita dei fondi già stanziati per la ristrutturazione delle due strutture del centro storico.
Le idee da sviluppare tramite il Progetto P.A.R.N.A.S.I.U.M. sono molteplici:
-Creare il Parco Archeologico di Portoselvaggio, che dovrà essere gestito da un ente parco indipendente e trasparente, in collaborazione con i migliori specialisti dell’Università di Lecce. L’area comprenderà i siti archeologici di Torre dell’Alto, della Baia di Uluzzo, di Palude del Capitano e del Frascone.
-Avviare delle campagne di scavo archeologico presso il muraglione protostorico di Torre dell’Alto, come da tempo auspicato dal Prof. Cosimo Pagliara. Tale scavo dovrà essere preceduto da un’attenta deforestazione di una piccola area boschiva.
-Proseguire lo scavo archeologico della villa romana in località Frascone, come suggerito dalla Prof.ssa Auriemma.
-Creazione di un MUSEO DEL MARE, con il quale valorizzare le attestazioni archeologiche subacquee e poter studiare e catalogare legni e ceramiche. Il museo avrà inoltre una funzione didattica, organizzerà dei veri e propri corsi di formazione subacquea archeologica internazionali in collaborazione con le università. All’interno di questo punto è da valutare la valorizzazione dell’antica nave romana presente al largo di S.Catetina, come suggerito dalla Prof.ssa Auriemma.
-Programma di musealizzazione dinamica del convento di S.Antonio e del chiostro dei Carmelitani, nonché il potenzialmento del Museo della Memoria a S. Maria al Bagno.
-Rivalutazione e potenziamento della festa di S. Gregorio Armeno, con l’intenzione di coinvolgere la comunità armena per avere uno sviluppo turistico culturale nel periodo di febbraio e creare quindi un indotto economico.
-Idea di scavo presso l’area di verde pubblico di Piazza Umberto. In tale zona il Prof. Marti nel 1901 rinvenne un muro di cinta di probabile datazione messapica ed una statua romana.
Un progetto articolato quindi, che tutela e valorizza i nostri importantissimi siti archeologici e ne apre di nuovi, creando aree regolamentate il più possibile autonomamente dalla politica in favore di un controllo specialistico e universitario.
De Pascalis ci tiene molto a sottolineare come nella sua idea tutti gli organismi di gestione del “Parco Archeologico” debbano essere slegati dai potentati politici, che invischierebbero presto tutto nelle solite mentalità provinciali da Palazzo. Lo stesso assessore all’ambiente dovrebbe avere un proprio pool di esperti esterni ed autonomi, dovrebbe quindi avvalersi di una consulta di specialisti per sviluppare al massimo il concetto di “democrazia partecipata” caro all’architetto.
Fine ultimo quello di portare a Nardò un turismo di qualità, che fonda sulla cultura e sulla conoscenza delle nostre origini le sue solide radici, al fine di promuovere le bellezze del territorio e portare in giro per il mondo i nostri piccoli e grandi angoli di storia. Quella storia, quell’arte e quella cultura che è alla base della nostra coscienza popolare ed etnologica, del sentimento più puro dell’essere salentini, che nel lungo e tortuoso percorso della vita ha gettato le fondamenta per le nostre tradizioni ed i nostri modi di pensare.
Forse il Salento tornerà davvero ad essere quel crocevia di popoli, quel crogiolo di culture che era un tempo.
Riscopriremo, forse, l’orgoglio di essere neretini. Scavando sempre più a fondo,strato dopo strato, rimuovendo la terra e le polveri della nostra indifferenza storica. Andando finalmente indietro nel tempo, nel passato, per poter vivere meglio il nostro futuro. Turistico e non.
Ci dimenticheremo forse così delle becere e frivole questioni della vita moderna, della mondanità ostentata e del nostro consumismo sfrenato fine a se stesso, di quel turismo fatto solo di discoteche e sballo, di shopping e sfilatine sui lungomare brillanti di paiette.
Forse è questa la direzione. Ci auguriamo che sia presa con trasparenza e vigore. Finalmente.