Esistono molte razze e varietà di narcisi sia per l’abbellimento dei giardini sia per il fiore reciso, con forzatura o meno.
Originario dell’Europa, il nome deriva per alcuni, dalla parola greca narkào (=stordisco) e fa riferimento all’odore penetrante ed inebriante di alcune specie, altri sostengono, invece, che derivi dalla parola persiana che indica questa pianta che si pronuncia nargis.
Esso comprende molte specie bulbose divise in varie sezioni, con alcune specie spontanee in Italia come il narcissus poéticus L. noto con il nome di narciso selvatico o fiore di maggio, diffuso nei luoghi erbosi e boschivi dal clima fresco.
Tali specie hanno un bulbo ovale-piriforme o a volte sub globoso, da cui origina lo scapo eretto e compresso alto 20-50 cm le cui foglie lineari-lanceolate sono basali ed inguainanti il fusto centrale, con l’apice ottuso, di colore verde chiaro.
I fiori, isolati ed apicali, sono forniti alla base di una spata scariosa piuttosto larga con un perigonio cubiforme di colore bianco-verdastro, diviso superiormente in lacinie ovoidali bianco-giallastre.
Al centro del perigonio è presente una corona giallastra dal margine dentellato e dal colore rosso scarlatto, o in alcune varietà, incolore con tre stami ed il pistillo presenta un ovario infero.
Il frutto è una capsula ovoidale ed il bulbo del narciso contiene la narcisina, un alcaloide velenoso che provoca, se accidentalmente ingerito, disturbi neuronali ed infiammazioni gastriche negli animali al pascolo. L’utilizzo principale di questo fiore splendido è l’abbellimento delle aiuole, prati fioriti, giardini, o in vaso per terrazze ed appartamenti e notevole è la produzione industriale del fiore reciso, anche forzato.
Il significato di questo fiore, ovvero autostima, egoismo, vanità ed incapacità d’amare è da far risalire alla storia di Narciso, un giovane pastore di cui Ovidio parla nel terzo libro delle Metamorfosi. Narciso è rappresentato come un ragazzo particolarmente vanitoso, ammagliato dalla sua stessa bellezza ed incapace, proprio per questo, di carpire la vita ed i sentimenti che la sua bellezza provocava in tutte le fanciulle.
Un giorno, mentre ammirava tutto il suo splendore nelle acque di uno stagno, egli divenne “bersaglio” del dolce Cupido che, per beffarsi del giovane, gli truccò la faccia e gli scompigliò i capelli. Narciso, nel tentativo di recuperare il suo viso, cadde in acqua e morì, mentre sulle sponde dello stagno nacquero dei narcisi che chinavano il capo nell’acqua alla ricerca del proprio riflesso.
Dal termine narciso sono derivati gli aggettivi narcisista e narcisistico ed il sostantivo narcisismo che indicano la spiccata tendenza a contemplare con eccessivo compiacimento la propria persona e personalità.
Nell’industria dei profumi si utilizzano alcune parti del narciso per ricavarne delicate essenze.