Sfido chiunque a poter dire una parola chiara, veritiera, decisiva su quello che sta accadendo in Libia. Ancora non si riesce a capire chi comandi, quali siano le strategie adottate e chi siano gli interlocutori con i quali, forse, bisognerà trattare.
Ci si aspetterebbe che i rappresentanti ufficiali di qualche Stato, sia esso Francia o Germania o altri ci ragguagliassero su cosa succede. Vediamo in immagini TV una serie di pick-up attrezzati con cannoni, mitragliatrici o pezzi di contraerea che vorrebbero rappresentare una seria disposizione di armamento occorrente all’esigenza.
Insomma, non vi sembra, cari lettori, che questa sia piuttosto una guerra di matti ? Sapete, a tal uopo, come la penso e, ove non abbia detto il mio parere, ribadisco che si tratta di una guerra assolutamente inutile che non avrà il risultato che il mini napoleoncino francese ( in minuscolo perché la lettera maiuscola farebbe rivoltare nella tomba il vero titolare del nome) si sarebbe aspettato. Con un provvedimento unilaterale, portandosi a rimorchio quel mostro di lungimiranza politica che è il primo ministro inglese, il napoleoncino, senza dichiarare ufficialmente guerra alla Libia, Stato riconosciuto dal governo francese, decise di effettuare un intervento “lampo” che, aiutando una fazione, a tutt’oggi ancora non ben identificata, potesse dare ossigeno alla sfiatata “grandeur” francese impossessandosi dei contratti petroliferi a vantaggio della Totalfina ed a scapito della nostra ENI. In questo, purtroppo, seguito inizialmente dai nostri La Russa e Frattini che diedero la loro entusiastica partecipazione, almeno morale, mettendo a disposizione le basi senza le quali l’intervento sarebbe stato impossibile ed ignorando, comunque, che questo atteggiamento è sempre di cobelligeranza. Chi fa il “palo” durante una rapina è incriminabile allo stesso modo di coloro che materialmente la effettuano.
Ma dopo l’entusiasmo iniziale c’è stato un immediato ravvedimento a seguito del quale il comando è stato tolto al napoleoncino ed è stato affidato alla NATO che ha bombardato il suolo libico a seguito della risoluzione 1973 delle Nazioni Unite per “difendere i civili” dagli attacchi del rais. Sollecito la vostra attenzione sul fatto che, spesse volte, questo intervento è stato fatto maldestramente proprio sulla testa di quei civili che si voleva difendere: questo si chiama “fuoco amico”. Si è accusato Gheddafi di servirsi di scudi umani, ma bisogna chiarire come si arriva agli scudi umani. I lettori di Lecce sanno che in sede vi è un reparto (la Scuola di Cavalleria) che dispone di mezzi corazzati la cui sede stanziale è nella zona di Torre Veneri, in un poligono di tiro ampio ed isolato. Va da sé che questo, in caso di guerra, sarebbe un bersaglio perfetto per un attacco aereo chirurgico dato che farebbe danni ai mezzi ed alle infrastrutture. Ma, se per caso, i mezzi venissero portati nelle caserme leccesi, sarebbe scontato che non si potrebbe bombardare, pena la morte certa dei civili che abitano attorno alle infrastrutture e che diventerebbero, così, “scudi umani”.
Questo paragone, molto scolastico, solo per far capire di cosa stiamo parlando. A questo punto una domanda è d’obbligo: ma chi sta vincendo e chi perdendo? Bene, sul terreno non credo stia vincendo la NATO dal momento che anche gli USA, pur dicendo a parole che il rais dovrà andar via, hanno ritirato dal conflitto i 90 aerei Thunderbolt, efficacissimi per via dello spaventoso volume di fuoco in grado di colpire bersagli terrestri; è già un modo elegante per disimpegnarsi!
Qualche giorno fa abbiamo ascoltato un portavoce dei ribelli invocare l’acquisizione di armi ed un intervento più incisivo della NATO (intervento terrestre), ma questa richiesta ha fatto fibrillare le diplomazie varie dal momento che nessuno osa proporre simile stupidata. In tutto questa roba da manicomio politico si è inserito con autorevolezza il BRICS (acronimo che sta per Brasile, Russia, India, Cina, Sud Africa, ovvero il 46% di popolazione mondiale) oltre alla Lega araba ed all’Unione Africana che hanno posto dei paletti a qualsivoglia decisione. Qualche sprovveduto ha proposto l’uccisione del rais, ma il suscritto BRICS ha chiaramente e minacciosamente fatto sapere che la mozione 1973 NON prevede né l’uccisione del rais né la sua dipartita per l’esilio. Ed allora?
Per ora chi ha perso? A livello d’immagine hanno perso in parecchi: Francia, Germania, Inghilterra ed UE nel suo complesso, ma chi sta perdendo di più è certamente l’Italia che sta constatando sulla propria pelle cosa significhi l’Europa nel momento del bisogno. Del resto, se vinceranno i ribelli non sappiamo cosa rappresenteranno (in Egitto già ci sono le infiltrazioni di Al Quaeda dal momento che sono state autorizzate al passaggio di Suez navi da guerra iraniane), in Tunisia non si sa chi siano gli interlocutori dal momento che il ministro Maroni ha dovuto trattare con due suoi omologhi nello spazio di una settimana), ma se vincerà il rais non so con quale occhio potrà guardarci vista la nostra poco chiara politica nella zona. Se ne deduce che tra i perdenti, in ogni caso, noi saremo quelli che pagheremo lo scotto più alto. Sul terreno non so cosa stia succedendo se non che a Misurata è da più di 15 giorni che vi è un incessante assedio con una popolazione ridotta allo stremo e che Gheddafi, nonostante le sue residenze bunker vengano incessantemente bombardate, appare in pubblico e sfila per le vie di Tripoli. Poiché in Libia avere Tripoli significa avere la Libia, se non sono matto anch’io chi comanda è ancora il rais. Sarò, forse, più esaustivo in un prossimo articolo.