L’ambito territoriale sociale di Lecce ha lavorato alacremente negli ultimi mesi, riuscendo a concedere a 180 famiglie del Salento un contributo chiamato Prima Dote. Tale contributo, finanziato dalla Regione, è stato destinato a tutti quei nuclei familiari che hanno un ISEE non superiore ai 5000 euro l’anno e hanno a carico un figlio tra gli 0 e i 36 mesi.
“Si tratta di soglie molto basse”, ha tenuto a precisare il presidente del Piano di Zona Ambito Territoriale Sociale di Lecce, Roberto Martella, nella conferenza di questa mattina a Palazzo Carafa. “E’ da lodare il lavoro egregio degli assistenti sociali per la lotta alla povertà, anche in situazioni di notevole difficoltà.”
Il bando per la Prima Dote infatti, ha comportato un lungo lavoro per le scelta delle famiglie che hanno presentato domanda al CAF da marzo a maggio del 2010; soltanto 180 infatti, delle 300 idonee al contributo, hanno potuto ricevere la Prima Dote, costituita da una cifra che non supera i 200 euro al mese, in base alle proporzioni date dalle condizioni economiche e dalla composizione del nucleo familiare e dall’età del minore carico della famiglia.
Delle 180, nella zona di Lecce sono state aiutate 70 famiglie, mentre le restanti 110, sono dislocate in diversi comuni salentini che hanno aderito al bando: si tratta di Arnesano, Cavallino, Lequile, Lizzanello, Monteroni, San Cesario, San Donato, San Pietro in Lama e Surbo.
Il lavoro è stato reso difficoltoso, anche dal fatto che in alcuni di questi comuni, manca la figura dell’assistente sociale, perciò molti elementi di Lecce e degli altri centri, hanno dovuto sopperire alla mancanza.
“Quello che ci auguriamo,” ha continuato Roberto Martella, “è che la Regione consenta di allargare la copertura del prossimo bando e che l’iter di conseguimento si possa accorciare per permettere alle famiglie di ricevere prima il contributo.”
Nel frattempo sono in programma altri bandi e altre misure per continuare la lotta alla povertà nel Salento “e si spera che continui la collaborazione dei Comuni, come abbiamo fatto finora, per poter avere una programmazione uguale per tutti e ottimizzare le spese.”