L’associazione Mimose, nell’ambito della tredicesima edizione di Itinerario Rosa 2011, percorsi al femminile,organizzata dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Lecce, ha organizzato il concerto: Talento di Donna: Danzando sul Pianoforte.
L’appuntamento è a Lecce, per venerdì 15 aprile ore 19.30 presso il Teatro Paisiello, uno degli ambiti di grande pregio storico ed architettonico della città che il Comune di Lecce mette a disposizione delle Associazioni che partecipano alla Rassegna.
“Danzando sul Pianoforte” è un breve, ma ambizioso viaggio nella musica popolare europea rivisitata dai grandi maestri tra 800 e 900, con l’esecuzione delle più appassionanti danze ungheresi, slave, spagnole e italiane per pianoforte a quattro mani e danza.
È un evento dalla doppia anima, popolare e colta, in una esibizione piacevole, accattivante con la clavicembalista Annamaria Mazzotta, la pianista Alessandra Congedo, e la ballerina Maria Cristina Galiotta, con voce fuori campo di Elisabetta Opasich.
Il programma prevede una panoramica sul mondo musicale europeo: con brani di Moritz Moszkowsky, Johannes Brahms, Antonín Dvorák, Edvard Grieg.
Presenta Pompea Vergaro
L’Associazione Mimose, nell’ambito delle attività culturali del Caffé letterario Mimose, da tempo ha rivolto una particolare attenzione al mondo della musica volgendo uno sguardo particolare alle sue origini storiche che spesso affondano le proprie radici nel cuore del popolo. L’attività musicale è da sempre una componente importante per l’identità di una popolazione o di un gruppo sociale.
Mentre nell’ambito della musica classica le composizioni del passato sono arrivate sino a noi grazie alla notazione musicale, che ha permesso ai compositori di fermare i suoni sulla carta,un musicista della tradizione popolare, invece, imparava direttamente dall’esempio del maestro, attraverso la tradizione orale. In realtà nella musica popolare non vi è distinzione di ruolo tra compositore e interprete. Spesso i brani si tramandano senza che se ne ricordi il primo autore e ogni musicista può reinterpretare il repertorio appreso fino a trasformarlo gradualmente nel tempo.
Per lungo tempo la musica colta ha disdegnato la popolare, fino a quando alcuni compositori hanno compreso che avvicinandosi e reinterpretandola si aveva la possibilità di entrare nel vivo della Storia degli uomini, apprezzarne i sacrifici, e avvicinarsi alla musica colta con una predisposizione d’animo piacevole e distensivo.
Per questo si è voluto rivisitare opere famose e apprezzate in tutto il mondo, nate dalla musica popolare, mettendo in evidenza l’indiscussa chiarezza melodica e il raffinato gusto armonico.
Durante la serata nella suggestiva cornice del teatro Paisiello saranno eseguite 4 danze spagnole: Op.12 di Moritz Moszkowsky (1854 – 1925), scritte originariamente per pianoforte e poi trascritte per orchestra; si presentano come dei piccoli pezzi salottieri dal carattere brillante. Pianista e compositore tedesco di origine polacca, Moszkowsky, compositore apprezzato dai suoi contemporanei, mescola felicemente, nelle danze, l’elemento popolare, una certa introspettività tipica del popolo spagnolo.
Seguirà la danza ungherese di Johannes Brahms (1833 – 1897) il quale compose le danze nel 1852 all’inizio della sua carriera musicale. Nel 1896 l’editore Simrock pubblicò i primi due quaderni senza numero di Opus. Nella partitura originale le danze vennero qualificate come ungheresi e questo perché spesso la musica ungherese viene identificata con la musica tzigana, invece essa ha una propria identità anche se ne risente dell’influenza di quest’ultima. L’inizio di queste danze è lento e sincopato, ma diventa man mano più incalzante dando vita ad un ritmo vorticoso come nella danza n. 5.
Altro compositore sensibile alla tradizione popolare è Antonin Leopold Dvorák (1841 – 1904) il quale si ispirò ai maestri della tradizione tedesca, a Brahms in particolar modo. Il ritorno alle radici popolari,si ebbe nella musica boema, solo dopo la caduta dell’impero Asburgico. Le danze slave,scritte originariamente per pianoforte a quattro mani e successivamente orchestrate, traggono l’ispirazione dalle radici più profonde del mondo popolare slavo e dalla remota musica dei Vichinghi,proponendo melodie e ritmi tipici di quel territorio.
La danza slava n.8 in sol minore, che è in programma, è una Furiant (danza popolare boema) dal carattere scherzoso e vivace. Il tema iniziale di apertura, dove il metro ternario si alterna con quello binario, inframezza altre sezioni musicali, sempre dal carattere allegro e ritmato.
Fu Rikard Nordraak, connazionale di Edvard Grieg (1843 – 1907) a inculcare al musicista norvegese l’amore per il folklore nazionale. Il folklore scandinavo influenzò profondamente il compositore il quale nelle sue danze esplora nuovi ambiti sonori dai ritmi ben scanditi.
In conclusione, di Grieg, sarà eseguita la danza norvegese n. 2 Op. 35 dall’andamento moderato che propone un tema iniziale ironico e divertente, quasi fosse la personificazione di un folletto.
Segue una sezione vivace ed allegra, dopo la quale si ritorna al tema ironico iniziale.
dei boschi. La danza sarà anche interpretata dalla ballerina Maria Cristina Galiotta.
Più ritmata è invece la danza n. 3 in Sol Maggiore, ricca di elementi popolari con forti accentuazioni sui tempi deboli; ad una sezione dal ritmo incisivo ne segue un’altra in Sol minore, più lirica.
Il concerto si chiuderà con la danza italiana, e quale miglior esempio se non sui passi della pizzica, con Maria Cristina Galiotta, questa giovane promessa nel mondo della danza.