Ogni volta che sorge un bisogno, sorge quello che serve a soddisfarlo. Una frase che mi torna in mente da giorni, da quando l’ho sentita, soprattutto perché la persona che l’ha pronunciata, ha paragonato questo principio a quello dell’allattamento al seno.
Il latte materno, infatti, non finisce mai, si adatta ai bisogni del neonato, più ne serve e più ce n’è: il meccanismo che permette di produrre latte è la suzione, la richiesta. Più il bambino succhia al seno, più latte richiede, più la madre ne produce. Molte donne però non lo sanno, prese da momenti di sconforto, di stanchezza cedono alla tentazione dell’aggiunta, pensando di fare la cosa più giusta per il loro bambino. Consigli sbagliati, sfiducia, poco sostegno spesso inficiano l’allattamento al seno. E questo si verifica molto più di frequente al rientro a casa dall’ospedale.
Da genitori sereni nascono e crescono figli sereni, è un dato di fatto, ma non sempre è facile essere felici e sereni.
Il momento più critico, dopo la nascita di un bambino, per una coppia di genitori è quando ci si ritrova soli, a casa con il proprio bambino.
Chi, infatti, tra le coppie di genitori, non ricorda l’intensità dei primi momenti che seguono il ritorno a casa dall’ospedale, dopo il parto?
Momenti magici, teneri, emozionanti, carichi di istanti dilatati, di gioia intensa, ma anche pieni paura, insicurezza, dubbi riguardanti la piccola creatura che ormai dipende in tutto e per tutto dai genitori stessi.
Momenti in cui ci si sente fragili, incapaci, in cui la consapevolezza della responsabilità che si ha nei confronti del piccolo essere meraviglioso e delicato che ci si è portati a casa, incombe di colpo.
E proprio in momenti come questi, ad alleviare il peso, a “diminuire le preoccupazioni”, “a dare soluzioni” arrivano in soccorso nonni, parenti, amici, vicini di casa pronti a presentare le “ricette giuste” per ogni situazione, il rimedio ad ogni smorfia, ad ogni pianto ad ogni singhiozzo del bambino.
Tutti, armati di buona volontà, vogliono aiutare, partecipare perché “occuparsi di un neonato, si sa non è cosa facile!”
Tutti bravi, tutti esperti, ma tutti con consigli diversi, contrastanti, opposti e, soprattutto, consigli, suggerimenti, soluzioni che non sono quelle dei genitori del bambino, che non sono quelle che, se lasciati tranquilli, di poter decidere forse avrebbero adottato.
Tutti scordano che ogni volta che nasce un bambino, nascono anche una mamma e un papà e che nessuno meglio di una madre e di un padre sanno cosa è bene per il proprio piccolo e, invece di dare sostegno discreto e delicato, si tende a diventare invadenti.
Per cui molto spesso la coppia si sente o è realmente sola.
Si sente sola, perché non trova reale sostegno tra le persone intorno e sente di doversi difendere, proteggere .
Una donna che ha partorito da poco, una donna, madre di un bambino piccolo ha bisogno di calore, di persone intorno che le permettano di attingere alle sue risorse e capacità. Ha bisogno del calore del compagno, del calore delle altre donne.
Il suo organismo è impegnato in una profonda trasformazione, il corpo che ha subito grandi cambiamenti nell’arco di nove mesi, tende a ritornare rapidamente a come era prima della gravidanza e poi l’allattamento, la cura del bimbo, anche se fatti con tutto l’amore possibile, assorbono tanta energia. Crisi di stanchezza, fragilità emotiva, maternity blues si fanno sentire. La MEDICINA TRADIZIONALE CINESE riconosce che dopo il parto, la donna diventa “fredda”, ha bisogno di calore a tutti i livelli.
Un tempo esistevano figure femminili forti che fungevano da sostegno alla mamma e al papà, solitamente era la nonna materna, che accompagnava e accudiva la nuova famiglia, era di aiuto alla donna, ne riconosceva la fragilità dovuta ai grandi cambiamenti fisici ed ormonali, ma ne rispettava il ruolo, promuovendo quello che oggi con una parola sofisticata viene chiamato ”empowerment”, cioè metteva la neomamma nelle condizioni di aver fiducia in se stessa e di poter fare da sola.
Le nonne attuali, purtroppo, che hanno avuto i loro figli negli anni 70-80, spesso non hanno allattato e, se pur piene di buona volontà, tendono a trasmettere la loro esperienza, caricando di dubbi, frustrazioni e incertezze le loro figlie.
Tanti consigli, tanti pareri, tante visite di parenti e amici ma poco reale sostegno.
Le neomamme, tuttavia, hanno bisogno di essere incoraggiate, ricevere le giuste informazioni, dissipare gli innumerevoli dubbi e le paure che si affacciano alla loro mente.
Nella letteratura scientifica internazionale esistono consistenti evidenze sugli effetti positivi delle visite e del sostegno post-partum con effetti sia sulla salute fisica neonatale e materna, che sul loro sviluppo relazionale a breve e lunga distanza.
Inoltre, le visite domiciliari risultano più apprezzate dalle madri rispetto alle visite in ospedale.
Alla luce di tutto questo, in un momento tanto delicato, per essere di aiuto alle famiglie nei giorni successivi alla nascita dei loro bimbi, il distretto sociosanitario di Maglie si pone come supporto, mettendo a disposizione il progetto TERRITORIO A PORTATA DI MAMMA.
Dopo la dimissione ospedaliera, è possibile ricevere, previa richiesta la visita domiciliare di una ginecologa a di un’ostetrica.
Durante la visita, le operatrici valuteranno le condizioni fisiche della neomamma, le condizioni emotive (con ascolto di eventuali problemi o dubbi, sostegno, informazioni), lo stato di benessere del bambino (valutazione dello sviluppo neonatale, cura del moncone ombelicale, aiuto nell’igiene neonatale, sostegno durante l’allattamento).
Fornire sostegno ed assistenza alla madre e al neonato nelle prime settimane di vita, promuovere la fisiologia dell’adattamento postnatale, l’allattamento al seno, può fare la differenza per il benessere della donna e della famiglia. Inoltre la prevenzione e la diagnosi tempestiva di patologia, organica e relazionale può far sì che situazioni a rischio vengano rilevate per tempo.
Il servizio si avvale della collaborazione del reparto di ostetricia dell’ospedale di Scorrano che si prende cura di far compilare alle puerpere durante la loro degenza in ospedale l’apposito modulo con cui richiedere l’assistenza domiciliare al puerperio per poi comunicarla al Distretto
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Oppure può essere richiesta direttamente, telefonando presso l’ambulatorio di ginecologia dei poliambulatori di Maglie il martedì o giovedì mattina (0836 420223).