Sta sollevando un vespaio di polemiche l’iniziativa adottata dagli educatori dell’istituto Marcelline di Lecce. Alcuni bambini delle elementari, nella tradizionale preparazione del saggio di fine anno, si trovano a dover preparare, tra le altre cose, anche il canto corale. Nella selezione musicale scelta accanto ad opere di Sergio Caputo e Goffredo Mameli c’è anche “Faccetta nera”. Come previsto per obbiettivo dal Provveditorato agli studi, il tema per eventi del genere verte sull’Unità d’Italia
La canzone “Faccetta Nera” è stata riconfermata dal voto unanime del collegio dei docenti, in una sorta di difesa dell’autonomia didattica dell’Istituto di suore. Le polemiche riguardano gli accadimenti storici legati alla canzone durante la campagna di colonizzazione di Etiopia ed Eritrea nel ventennio fascista. Tuttavia, in occasione dei festeggiamenti per il 150esimo dell’Unità d’Italia, non sono mancate le intonazioni a canzoni come “Bella ciao” di chiaro orientamento partigiano. Certo è che per i bambini di scuola elementare in ogni caso non è semplice spiegare le origini dei testi senza una lettura storica del contesto in cui sono nate le canzoni trasformatesi in veri inni.
<Rimango esterrefatto da quanto sta accadendo nell’Istituto Marcelline> dice Diego Dantes dei giovani democratici di Lecce <comprendo benissimo le ragioni di quel genitore che, avendo una figlia di colore, è andato su tutte le furie: il periodo storico a cui “Faccetta nera” è legata non rappresenta per nulla i valori di coesione, unità, rispetto, solidarietà ed integrazione che sono ancor vivi nel nostro beneamato Paese, sebbene siano quotidianamente offuscati dalle scelte e dai comportamenti di questo Governo nazionale.>.
<Non mi convince, per niente, la giustificazione per cui nel programma didattico è incluso il periodo fascista, semmai ci si dovrebbe fermare a comprendere se sia stata trasmessa davvero una consapevolezza della fase storica-politica che, all’epoca, l’Italia stava affrontando, nella certezza che certi temi debbono necessariamente essere dibattuti approfonditamente perché non si ritorni a sbagliare> continua Dantes <Per cui mi domando se sia così opportuno far cantare un inno d‘ispirazione fortemente politica a dei bambini che dubito, vista la loro giovane età, abbiano riflettuto abbastanza attentamente ed a lungo su questioni storiche>.