Batterista dei Gualeve . Session man con Somuch Akiss, timbales/batteria nel progetto percussionistico Melting Drumpot. Music selector/producer in varie località e serate.
Partiamo dalle tue origini artistiche, quando hai iniziato a interessarti alla musica?Raccontaci un po’ del tuo percorso artistico.
Credo sia iniziato nel grembo materno, mio padre ha avuto diverse radio locali negli anni ’70 e spesso organizzava serate e feste sempre negli stessi anni, inoltre ho vari parenti che suonano sia a livello amatoriale ,che a livello lavorativo vero e proprio e la maggior parte delle compagnie che frequento hanno a che fare o con la musica o con l’arte in generale. I miei primi ricordi legati alla musica risalgono a quando avevo 4-5 anni, ogni mattina prima di andare a scuola o quando tornavo a casa, dovevo assolutamente vedere le videocassette dei concerti dei pink floyd, deep purple, dire straits, queen, tutti i grandi del rock, che ovviamente appartenevano a mio padre; erano diventati una fissazione ed ero arrivato a non vedere più cartoni animati, sognavo di diventare come Gilmour, infatti il primo strumento che ho avuto in mano è stato una chitarra. La batteria arrivò qualche anno dopo, a sei anni mi ritrovai in una festa in campagna organizzata da partenti dove c’era un gruppo di signorotti che si divertiva a suonare e far cantare le persone presenti, mi ricordo che mio padre alla fine della serata mi fece sedere dietro a questa grande batteria (di chi poi mi avrebbe dato lezioni); iniziai a tamburellare a casaccio e lì nacque l’amore che però sbocciò molto dopo, a undici anni. Iniziai ad andare a casa di amici che già suonavano per vedere e imparare, ero troppo affascinato, ero estasiato nel guardare i miei amici suonare e vedermi una batteria di fronte, così il giorno del mio 12esimo compleanno mi ritrovai una batteria nuova nella mia stanza, una settimana dopo avevo formato il mio primo gruppo con cui abbiamo suonato per quattro anni e con cui ho iniziato a fare i primi concerti in giro per la provincia di Lecce. Dopo questa esperienza sono entrato a far parte dei “GUALEVE”, erano tutti amici con qualche anno più di me, che conoscevo e suonavano da molti più anni, li ho sempre seguiti, andavo alle loro prove, ai concerti, conoscevo le loro canzoni a memoria, facevo già parte della famiglia praticamente. Da lì le nostre strade non si sono più divise, abbiamo realizzato insieme un album uscito a fine 2009,tra Lecce e Milano, chiamato “L’ETA’ DEL FERRO”, prodotto con Fabio Magistrali che ha registrato album di band come Afterhours, Marta Sui Tubi, Perturbazione, Bugo e tanti altri nomi della musica rock italiana, lo abbiamo promosso in varie parti d’Italia aprendo anche vari concerti di band come Teatro Degli Orrori, 3 Allegri Ragazzi Morti, Samuel Katarro, Dome La Muerte (ex not moving), Kasms (da Londra).
Quali artisti ti hanno maggiormente influenzato? Quali sono i tuoi ascolti abituali?
A undici anni ho iniziato ad allargare i miei orizzonti musicali iniziando ad ascoltare punk rock ma a quindici anni ho scoperto il gruppo che mi ha cambiato la vita, che mi ha aperto completamente la visione di musica sia da suonare sia da ascoltare e che mi ha fatto abbracciare quasi tutti i generi e sottogeneri legati al rock: gli SMASHING PUMPKINS, capitanati da Billy Corgan, solo dopo aver ascoltato loro, sono passato ad ascoltare tutti gli altri generi come la musica elettronica, cross over, musica black, disco anni ’70-’80, dark, new wave, noise, insomma tutto, le mie giornate erano un calderone di musica non stop e lo sono ancora, sono sempre alla ricerca di nuova e vecchia musica che non conosco e che mi faccia emozionare.
Qual è il tuo pregio e il tuo peggior difetto artisticamente?
Questa è una bella , quanto difficile domanda, non saprei dire se ho dei pregi musicalmente parlando, probabilmente è una domanda da rivolgere a chi fa musica e vive di musica con me, comunque, ho sempre preferito evitare i complimenti e abbracciare le critiche e i consigli che mi hanno sempre permesso di crescere e dare il massimo di me stesso, i complimenti sono belli e ti appagano, ma senza faccio quello che devo fare comunque e con le stesse motivazioni. Un mio difetto credo sia quello di non contenermi, quando ho un’idea parto sempre a mille per poterla attuare mentre magari ci vorrebbe un po’ di pacatezza, ma questo ha fatto sempre parte di me anche nella vita quotidiana, nessuno è perfetto.
Qual è il disco che hai ascoltato più volte in vita tua?
Credo sia “Mellon Collie and The Infinte Sadness” degli Smashing Pumpkins, lo conosco a memoria, come tutta la loro discografia, l’ho praticamente ascoltato in ogni momento possibile delle mie giornate, anche di notte lasciavo lo stereo acceso e mettevo il ripetitore alle canzoni per potermi svegliare mentre il disco suonava ancora. Ora mi concedo di ascoltarlo raramente per non perdere quell’essenza di una volta.
Ci vuoi parlare dei tuoi progetti musicali?
I Gualeve al momento sono fermi, quasi tutti stiamo portando avanti progetti solisti e altri progetti paralleli, ma stiamo comunque cercando di intraprendere una nuova strada per la produzione di un nuovo corso, credo che tra non molto ricominceremo da zero per dar vita a nuove canzoni.
Nel frattempo sono impegnato con i torinesi, (originari della provincia di Lecce come me) “SOMUCH AKISS”, un gruppo giovane electro-rock, con loro collaboro nei live in giro per l’Italia e nella produzione finali delle canzoni. Poi ho il mio ensemble di percussionisti, i “MELTING DRUMPOT” con cui siamo costantemente in giro tra discoteche, feste in piazza e situazioni di questo genere, le serate con loro sono sempre un successone e a me stimola molto passare dalla batteria alle percussioni e viceversa in corso di serata. Per quanto riguarda le anticipazioni e nuovi progetti, recentemente ho iniziato a collaborare con vari dj con tanta esperienza alle spalle in Italia e in Europa che mi permetto di definire “importanti” come Andrea Calella, Cristian Carpentieri, Luca Corcella, con i quali ho singolarmente e anche collettivamente iniziato vari rapporti di collaborazione di musica dance-elettronica che vedranno luce entro fine anno, spero. Ho iniziato a fare serate come dj set insieme al mio amico Andrea Martina sotto il nome di “MUSIQUE THAT WE LOVE” con cui trattiamo principalmente musica indie-rock-electro e speriamo presto di iniziare a produrre musica mischiando questi generi. Infine sto portando avanti altre situazioni musicali che sono nate da poco e dove posso dire che ci sono lavori in corso e tutto ciò mi stimola tantissimo.
Con quali artisti ti piacerebbe collaborare in futuro?
Fosse per me collaborerei con tutto il mondo, c’è talmente tanta musica nel mondo e tanti artisti validi che potrebbero comunicare tante belle cose , e che magari solo pochi conoscono e che forse potrebbero far rinascere la musica lì dove ha perso, posso solo dire che avrei voluto collaborare con due artisti che ci hanno lasciato, un italiano, Domenico Modugno e l’altro Jeff Buckley.
Hai un particolare progetto ideale e concettuale cui arrivare come massima aspirazione?Insomma, il tuo sogno nel cassetto e il massimo ideale artistico da perseguire?
Sono stato abituato a vivere sempre alla giornata, ogni giorno per me può essere pieno d’ispirazioni che sfogo anche attraverso la fotografia o riprese con la telecamera, con il passare del tempo sto cercando di espandere le mie ispirazioni anche oltre la musica, tutto questo mi permette di aprire sempre nuovi scenari nella mia vita, di essere sereno, felice e sicuramente sempre molto concentrato sui miei obiettivi.
Siamo alla conclusione, grazie per il tempo dedicatoci. A te l’ultima parola…
Credo di aver parlato anche troppo in questa intervista, ringrazio te per la pazienza che hai avuto e per avermi pensato per questa intervista. Un saluto a tutti e che la musica faccia sempre parte della vostra vita.
http://www.myspace.com/nagnidrummer