Sono 24 in tutto le ordinanze di custodia cautelare emesse dalla direzione antimafia distrettuale, a conclusione di una complessa operazione durata più di un anno, chiamata Operazione Bamba.
Il reato è di associazione a delinque finalizzata allo spaccio di stupefacenti, con le aggravanti di traffico internazionale di armi e di organizzazione armata e ha coinvolto il clan Donadei, che operava nella zona di Parabita e nei comuni limitrofi.
Le indagini sono iniziate nel settembre 2009, in seguito ad un attentato incendiario in un centro commerciale di Matino. La compagnia di Casarano, assieme al nucleo investigativo provinciale, hanno così avviato una serie di accertamenti, che hanno portato alla scoperta dell’organizzazione criminale.
“E’ stato un lavoro complesso,” ha dichiarato il capitano Vigliotti, comandante della compagnia di Casarano, “non solo per il territorio ostile su cui abbiamo lavorato ma anche per il numero di persone su cui abbiamo indagato. Ad esempio abbiamo tenuto sotto controllo più di 40 telefoni.”
Intercettazioni telefoniche quindi, pedinamenti e indagini classiche per giungere a rivelare l’associazione a delinquere, che spacciava cocaina, eroina e hashish tra i comuni di Parabita, Scorrano, Tuglie, Alezio, Sannicola, Matino, Taviano e Taurisano. L’organizzazione faceva capo a Massimo Donadei, 32enne di Parabita, conosciuto alle forze dell’ordine per essere stato un affiliato della SCU e già arrestato il 12 marzo 2010 in flagranza di reato, dopo essere stato sottoposto a perquisizione domiciliare.
Ciò che ha sorpreso però le forze dei carabinieri, è stato lo scoprire un secondo filone parallelo, riconducibile a Donadei, ovvero quello del traffico internazionale di armi. Durante le indagini infatti, è stata intercettata una preoccupante richiesta del capo dell’organizzazione, di armi e munizioni dalla Svizzera, con lo scopo di uccidere un personaggio scomodo che da cane sciolto poteva creare problemi: Biagio Toma, 43enne di Parabita e molto noto alle forze dell’ordine.
I carabinieri di Casarano, assieme ai nuclei investigativi di Lecce e di Como hanno così intercettato al valico di frontiera di Como – Brogeda tra l’Italia e la Svizzera, Secondo Piero Stefanelli, che trasportava con sé due fucili a canne mozze e un centinaio di munizioni da guerra e da caccia; le armi erano state occultate in un furgone ispezionato nella piazzola di sosta di un autogrill nei pressi del valico e sono state sequestrate immediatamente.
L’organizzazione veniva così smantellata pezzo per pezzo, portando alla luce anche i traffici dei gregari di Donadei, alcuni dei quali appartenenti alla famiglia, altri collaboratori che spacciavano anche per canali propri.
Sono state arrestate infatti, pure la madre di Donadei, Teresa Causo, di 70 anni, perché nascondeva la droga del figlio nel garage della propria abitazione e la moglie, Erminia Pavin (32 anni), che spacciava in casa.
In carcere in tutto sono finite 19 persone: oltre alla famiglia di Donadei, anche Carlo De Cagna, 43enne di Scorrano e Giorgio Antonio Costa, 41enne di Matino, affiliato SCU, entrambi già detenuti a Lecce; Leonardo Donadei, 45enne di Parabita, affiliato SCU, Enio Misceo, 39enne di Parabita, Marco Raino’, 24enne di Tuglie, Giuseppe Imperiale, 28enne di Tuglie, Alessandro Tornese, 28enne di Alezio, Antonio Fattizzo, 20enne di Parabita, Tommaso Negro, 39enne di Tuglie, Luigi Stefanelli, 30enne di Collepasso, Luca Toma, 21enne di Parabita, Emanuele Nassisi, 30enne di Parabita, Alessandro Margarito, 35enne di Parabita, Cosimo Rossetto, 43enne di Matino; l’ultimo arresto, avvenuto in un paesino in provincia di Cuneo è di Krasniqi Altin 30 enne di Matino e di origine albanese.
Agli arresti domiciliari invece sono: Krasniqi Lulzim, 37enne di origine Albanese di Matino, Alessandro Martello De Maria, 29enne di Sannicola e Giorgio De Matteis, 20enne di Taviano.
Sono stati inoltrati anche tre provvedimenti di cattura internazionale per quanto riguarda il traffico di armi. Dai sequestri sono stati poi recuperati 60 gr di sostanze stupefacenti, bilancini di precisione e materiali per il confezionamento della droga.