Il quarto episodio della saga piratesca più famosa di questi ultimi anni, non sarà l’ultimo. Il quinto copione della storia corsara è già in fase di stesura, e lo sta scrivendo lo storico sceneggiatore della serie, Terry Rossio, che questa volta dovrà fare a meno della collaborazione di Ted Elliot, con Rob Marshall, regista del quarto episodio, a capo della ciurma.
Davanti la macchina da presa, insostituibile, ancora una volta Johnny Deep.
Sembrava essere arrivata al capolinea, ma il quarto episodio della serie I Pirati dei Caraibi la rilancia alla grande, ottenendo durante il primo fine settimana ottimi guadagni al botteghino. Le novità nel quarto episodio non sono poche, innanzi tutto il cambio al timone, non più Gore Verbinski, regista delle tre prime avventure, ma il già citato Marshall, reduce dal flop Nine, ma pur sempre regista del pluripremiato Chicago. Un’altra new entry è Penelope Cruz nella parte di Angelica e in sostituzione di Keira Knightle e ultimo ma non ultimo l’erede di Orlando Bloom, Sam Claflin.
Le avventure del Capitan Sparrow non sono cambiate, e non sono cambiate le sue pianificatissime vie di fuga e capacità di improvvisare, caratteristiche che danno origine alle scene più movimentate del film. Non è cambiata la bravura degli attori che in questo episodio non sono più solo la spalla del capitano dei pirati, ma contribuiscono attivamente alla riuscita dell’episodio – che a dispetto di tutti coloro lo avevano definito a priori un cliche – non stanca e continua ad appassionare e divertire i patiti – e come non esserlo – dell’eclettico, audace e istrionico Johnny Depp.
Il quarto episodio è dunque promosso, sembra essere ritornato fresco come il primo, i personaggi, gli obiettivi e le missioni che iniziano si concludono in un solo film, con un buon ritmo scandito dalle musiche anch’esse protagoniste insieme ad una sceneggiatura diversa dagli altri tre episodi, ma non di certo peggiore.