Otranto è un luogo magico, in cui l’atmosfera sembra surreale, dove al tramonto la luce si fa misteriosa, il cielo e la terra sembrano toccarsi e lo scenario assume toni e colori straordinari, uniti da un orizzonte che si fonde con il mare!
La meravigliosa città di Otranto a 39 chilometri a sud-est di Lecce, si affaccia su un’insenatura collocata sull’estrema punta orientale italiana. L’ottima posizione geografica ha sempre agevolato i rapporti e gli scambi con la sponda opposta dell’Adriatico.
Il nome Otranto, per alcuni studiosi come l’Arditi, deriverebbe da Ydrous (acqua) e per altri dall’Idro, il fiumicello che attraversa l’omonima valle. L’Alessio sostiene, invece, una derivazione da un mediterraneo Odronto (altura), poi latinizzato in Hidruntum, ad indicare l’altura a ridosso del porto, sulla quale si erige la Chiesetta di San Pietro (in quest’area, d’altronde, alcune delle testimonianze più remote).
Le tradizioni attribuiscono la fondazione di Otranto ad eroi leggendari, quali Idomeneo, reduce dalla guerra di Troia, Iapige ed i Cretesi, Dedalo ateniese fuggito dal labirinto di Creta.
Sicuro è che ad Otranto l’insediamento umano è testimoniato non soltanto per le ultime fasi dell’età del Bronzo (XI-XII sec. a.C.) ma, in seguito, senza interruzioni, dal IX sec. a.C. fino all’età ellenistica e romana. La ricerca archeologica, portando alla luce una ricchissima documentazione, ha scoperto come ad Otranto, i Greci siano approdati almeno cento anni prima della fondazione di Taranto, agli inizi del VII sec. a.C., instaurando per lunghi secoli precoci e fecondi rapporti con la popolazione locale, gli Iapigi Messapi.
La città messapica (della quale sono state rinvenute strutture abitative con notevoli resti ceramici e, ultimamente, anche le mura) pare aver avuto un privilegiato ruolo di sbarco dei centri messapici di Muro e Vaste, con l’importante funzione di “ridistribuire” in direzione dell’entroterra i prodotti arrivati via mare. Dopo la conquista romana della Messapia, “Hidruntum” divenne municipium, collegata a Brindisi tramite un prolungamento della via Traiana: all’epoca romana si riferiscono due iscrizioni in marmo dedicate agli imperatori Marco Aurelio e L. Aurelio Vero (II sec. d.C), nonché una necropoli situata fuori dal centro storico attuale.
Fu un fiorente centro bizantino a partire dal VI sec. d.C. fino all’XI, ma l’influenza bizantina permeò anche le epoche seguenti, che videro Otranto protesa culturalmente tra Oriente ed Occidente. Il periodo di rilevante splendore è rappresentato dall’epoca normanna. Seguirono, poi, la dominazione sveva, quella angioina ed aragonese.
In piena era aragonese il tragico evento che cambiò il destino di Otranto: nel 1480 i turchi invasero la città e sterminarono ottocento cittadini restii a convertirsi alla religione musulmana. Alla fine dell’occupazione (1481), le fortificazioni vennero potenziate e la comunità otrantina si impegnò nel corso del secolo successivo nell’opera di ricostruzione che portò ad una costante ripresa.
In quell’occasione si effettuò anche il laborioso restauro della magnifica Cattedrale, sorta in epoca normanna ( fu consacrata nel 1088) e che, oggi, rappresenta una delle più antiche cattedrali del romanico pugliese. Sorge su un’enorme cripta a sala con 48 campate quadrate con volte a crociera impostate su 42 colonne marmoree dai capitelli molto differenti tra loro.
La semplice facciata della Chiesa presenta un portale di epoca barocca, sormontato dallo stemma del vescovo Adarzo di Santander che lo fece costruire da Ambrogio Martinelli nel 1674. La planimetria è quella basilicale: tre navate separate da due file di colonne con capitelli risalenti alcuni all’XI sec., altri, forse, recuperati da un tempio antico. L’antica copertura a capriate è coperta attualmente da un seicentesco soffitto a cassettoni dorati. Il pavimento della navata centrale e parte di quello delle navate laterali è occupato dallo splendido mosaico realizzato ad iniziare dal 1163 dal monaco Pantaleone su commissione del vescovo Gionata, come dimostra una delle inscrizioni trasversali che lo accompagnano. Solenne e suggestiva, l’immagine del grande albero, intorno al quale si affollano molteplici scene e figure bibliche, fantastiche, mitologiche, quasi ad abbracciare in una comune dimensione culture diverse: quella bizantina ed orientale ( si faccia riferimento all’iconografia orientale del Paradiso rappresentato da tre patriarchi, ai mostri serpentiformi, alla figura di Alessandro Magno su grifoni); quella francese-normanna (Re Artù, leggendario eroe del ciclo bretone); quella araba (i tondi dove sono collocati gli animali, in base ad uno schema arabo decorativo).
Interessantissima è inoltre la Chiesetta di San Pietro, considerata il monumento bizantino del Salento. Eretta tra la fine del IX e l’inizio del X secolo, era probabilmente l’antica cattedrale otrantina. Ha una pianta a croce greca, con tre navate sostenute al centro da quattro colonne che reggono la cupola. I bracci laterali sono coperti da volte a botte. La chiesetta ospita affreschi relativi a diverse fasi (IX-X e fine XII sec.) con scene tratte maggiormente dal nuovo testamento. Interessante l’imponente Castello, eretto dopo la fine dell’assedio turco del 1480-1481, sorto al tempo di Ferrante d’Aragona, probabilmente su una preesistente costruzione di epoca federiciana. Nel periodo spagnolo fu rafforzato con i bastioni esterni. Presenta una pianta pentagonale irregolare, con tre torri cilindriche agli spigoli ed un profondo fossato messo completamente in luce da recenti e discussi restauri, cinge la costruzione, isolandolo dall’abitato. Sul portale d’ingresso, a nord, è collocato lo stemma di Carlo V d’Asburgo.
Otranto, è cultura, natura, turismo e divertimento assicurato per tutti!