Pamukkale, nell’antica Hierapolis, Anatolia Occidentale: è qui che è stata ritrovata la tomba di San Filippo, uno dei dodici apostoli, tra le rovine di una chiesa riportata alla luce appena un mese fa.
La straordinaria scoperta è avvenuta ad opera di un gruppo di archeologi italiani, guidati da Francesco D’Andria, docente all’università di Lecce, che la definisce “importantissima non soltanto per gli studiosi, ma per tutto il mondo cristiano”, annunciando anche la prossima apertura della tomba.
Questo risultato epocale era atteso da tempo, da quando, nel 1957, è stata avviata la missione archeologica italiana. Già nel 2008, l’équipe ha riportato alla luce la strada processionale, percorsa dai pellegrini per raggiungere il sepolcro dell’apostolo.
Sull’autenticità del ritrovamento non si hanno dubbi: gli esperti sono sicuri al 100% che la tomba sia proprio quella di San Filippo, morto nell’80, secondo alcuni crocifisso (come confermerebbe anche l’ esistenza di un «martyrion» eretto nel luogo dove Filippo sarebbe stato ucciso), secondo altri, invece, in tarda età e per cause naturali.
Maura Corrado