E’ di ieri pomeriggio l’arresto di Himet Faizal, 24enne di origini afghane e soprannominato Zaman all’interno di un’organizzazione criminale scoperta dalle Squadre Mobili della Polizia di Lecce e di Caltanissetta, dedica all’immigrazione clandestina a livello internazionale.
Himet Faizal era già sfuggito alla cattura lo scorso 6 luglio ma è stato rintracciato a Caltanissetta, dove si era trasferito da poco, per cercare di sfuggire alle forze dell’ordine.
L’organizzazione che è stata smantellata, si occupava di portare cittadini provenienti dall’Afghanistan, in Italia sbarcando per il Salento e le province di Crotone per poi condurli verso le regioni del Nord e soprattutto verso altri stati europei, quali Belgio, Danimarca, Francia, Germania, Inghilterra, Norvegia, Portogallo, Svezia e Spagna. Il tutto dietro ingenti pagamenti che venivano effettuati tramite una tecnica chiamata “Sarafi”: le somme per il viaggio venivano consegnate a delle agenzie di cambio-valute, dette appunto “Sarafi”, che consegnavano ai migranti un codice per il ritiro del denaro, da rivelare ai componenti dell’organizzazione solo una volta arrivati a destinazione. Un metodo ingegnoso che assicurava ingenti guadagni sulle spalle degli immigrati.
Le indagini sono state avviate il 30 agosto 2010, in seguito ad uno sbarco di 36 clandestini su un motoveliero di nazionalità statunitense, sulle coste di Porto Selvaggio a Nardò. Le forze dell’ordine in quell’occasione avevano arrestato tre scafisti, Gatenadze Igor, Gatenazde Raul e Shakhparunovi Aleksandre, tutti e tre provenienti dalla Georgia.
Le forze di Polizia hanno così investigato con un numero altissimo di intercettazioni telefoniche – circa un centinaio – che hanno portato alla scoperta dell’organizzazione criminale i cui ruoli erano ben definiti e perfettamente programmati.
In particolare ognuno aveva il proprio compito specifico, come fosse una catena di montaggio: alcuni soggetti, radunavano i migranti in Turchia e organizzavano il viaggio in barca fino alle province di Lecce e di Crotone, mentre altri li radunavano in Afghanistan; altri ancora si occupavano dei viaggiatori una volta giunti sulla penisola, assicurando loro il trasporto e nascondendoli in alcune abitazioni di Malignano e Trescore Cremasco, in provincia di Crotone e a Covo in provincia di Bergamo, per smistarli poi verso le diverse destinazioni. Altri soggetti ancora, che operavano nei centri dell’immigrazione C.A.R.A. di Bari e di Crotone, assicuravano comunque il viaggio fino alle destinazioni concordate, qualora i migranti venissero sorpresi dalle forze dell’ordine e condotti nei centri. Infine vi erano poi quelli incaricati di condurre i viaggiatori negli stati europei prescelti, grazie all’utilizzo di autotrasportatori.
Due erano le rotte percorse dai trafficanti: la prima partiva dalla Grecia nord-occidentale e attraverso potenti gommoni guidati da scafisti greci e albanesi portava sulle coste salentine e calabre e la seconda si avvaleva di yacht o imbarcazioni a vela di 40/50 piedi, partendo dalla Turchia.
Le indagini proseguiranno adesso per rintracciare tutti i componenti dell’organizzazione che è stata ormai scoperta e smantellata.