Il campanile di Soleto è tra i più suggestivi monumenti dell’arte italiana. Martin Briggs affermò che esso rimane tra i pochi più importanti campanili italiani, con quello di Giotto a Firenze ed a quello di Verona.
Il campanile, costruito intorno alla seconda metà del 1300 da Francesco Colaci di Surbo agli ordini di Raimondello Orsini, viene attribuito all’opera magica di Matteo Tafuri, l’umanista soletano noto come “il mago” per le sue arti divinatorie. In verità egli nacque circa un secolo dopo la realizzazione della torre campanaria o guglia che dir si voglia per cui la famosa leggenda contiene un falso storico.
Si narra comunque che in una notte tempestosa, Tafuri desiderò innalzare una torre stupenda che doveva testimoniare ai posteri i suoi straordinari poteri esoterici. Per realizzare l’ardua opera chiamò a raccolta un vero e proprio esercito di streghe, demoni ed altri spiriti infernali perché lo aiutassero in una sola notte, prima che nascesse l’alba a compiere l’impresa. Gli spiriti diabolici iniziarono a lavorare alacremente, ma mentre quattro demoni trasportavano gli ultimi capitelli, furono sorpresi dal canto del gallo. L’incantesimo si ruppe fatalmente ed i poveri diavoli ritardatari restarono pietrificati, come cariatidi agli angoli del campanile.
La leggenda è degna di un significato antropologico ben chiaro ed il campanile fu oggetto di leggenda proprio per sminuirne il valore simbolico: esso infatti venne costruito verso la fine del quarto secolo quando a Soleto, paese della grecìa salentina imperava il rito greco, per cui sembrò l’atto d’imposizione di un simbolo cristiano-latino in una comunità bizantina.
Venne perciò considerata una ostentazione, un monumento inutile e diabolico, innalzato appunto nientemeno che da diavoli, streghe e spiriti infernali.
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