Revocare la delibera di modifica statutaria relativa alla riduzione del numero dei componenti di Consiglio e giunta regionale e recepire contestualmente, nel merito, quanto previsto dal decreto legge nr. 138 che introduce – su base nazionale – il criterio della popolazione residente come parametro per determinare la composizione numerica massima di assemblee regionali e dei loro esecutivi.
E’ la proposta avanzata dal centrodestra alla vigilia della ripresa dell’attività politico-istituzionale regionale, fissata per il primo settembre.
“Porteremo la nostra proposta in Conferenza dei Presidenti già il primo settembre – ha detto il capogruppo del Pdl Rocco Palese – sono sicuro che sarà ampiamente condivisa. Faremo la nostra parte perché ad essa sia riservata una corsia preferenziale nella Commissione di merito (la settima), così da consentire al Consiglio regionale di approvarla in prima lettura, in concomitanza con l’inaugurazione della Fiera del Levante”.
Composizione del Consiglio limitata a 50 consiglieri (anziché degli attuali 70 o dei 60 sui quali recentemente maggioranza ed opposizione avevano trovato una pressoché unanime intesa, sfociata nella modifica statutaria che attendeva la seconda lettura per essere trasformata in legge), assessori limitati a 10 (non più gli attuali 14 o 12 previsti a partire dalla prossima legislatura), con un limite massimo di due assessori esterni.
Questo è il contenuto della proposta illustrata in conferenza stampa da Palese, Lucio Tarquinio, Maurizio Friolo, Michele Boccardi (Pdl) e Salvatore Greco (Puglia prima di tutto).
“Riproponiamo il testo identico alla proposta di legge a firma anche dei colleghi Damone, Marmo, Surico e Tarquinio depositata dal centro destra sin dal maggio dello scorso anno. Lo riproponiamo perché collima con quanto stabilisce l’articolo 14 del decreto legge nr. 138 che lega la composizione numerica massima del Consiglio regionale alla popolazione residente Con 4.092.000 abitanti, la Puglia è tra le Regioni il cui Consiglio potrà essere composto da un numero massimo di 50 Consiglieri e da una giunta al massimo di 10 assessori” – ha spiegato Palese che poi ha illustrato per quale motivo ritiene necessario velocizzare al massimo l’iter di approvazione.
“L’artico 14 del decreto stabilisce un limite di 6 mesi entro il quale le Regioni devono adeguare i propri Statuti alla norma riguardante la composizione numerica del Consiglio. Se la Puglia non dovesse rispettare il termine, non potrebbe accedere ad un serie di premialità finanziarie e rientrare nell’elenco degli enti territoriali virtuosi per i quali si allentano consistentemente i vincoli del patto di stabilità. Per la Puglia, inoltre, è di fondamentale importanza conquistare il primo posto della classifica del fondo perequativo riservato dal federalismo fiscale alle regioni del Mezzogiorno”.
Ai fini del contenimento della spesa pubblica la riduzione a 50 dei consiglieri regionali, a 10 assessori per la giunta, due dei quali di nomina esterna, comporterebbe un risparmio di 34 milioni di euro ( 36 milioni di euro in caso di rinuncia agli assessori esterni) nell’arco dell’intera legislatura.
“Non siamo assolutamente contrari anche agli ulteriori adempimenti che la norma nazionale prevede per le Regioni e riguardanti l’allineamento dei nostri emolumenti con quelli dei parlamentari. Per la verità – ha sostenuto Palese – i nostri sono stati decurtati già in media di 1.200/1.300 euro mensili. Le decurtazioni maggiori sono state subite dai presidenti Vendola ed Introna e da quei consiglieri che, come me, risiedono a notevole distanza dal capoluogo. Tutti i consiglieri regionali dei partiti di centro-destra, inoltre, ritengono doveroso aderire al contributo di solidarietà, qualsiasi sia la sua entità e sono favorevoli a varare una riforma dei vitalizi. Questi temi erano già nella nostra agenda prima ancora che fossero inseriti nel decreto, l’Ufficio di Presidenza varerà al più presto le proposte di riforma, introducendo anche in questo caso il sistema contributivo come criterio di calcolo ed elevando anche gli attuali limiti di anzianità. Se sarà necessario – ha aggiunto Palese – siamo disponibili a rendere ancora più stringenti le misure richieste per fronteggiare l’assenteismo nelle commissioni, fenomeno assente nella nostra realtà, e le indennità di fine mandato. A questa nostra disponibilità deve però corrispondere un atteggiamento di rispetto etico e morale dei pugliesi da parte del governo regionale: Vendola, infatti, non può costringere i cittadini della nostra regione a pagare 340 milioni di tasse aggiuntive che sarebbero state molto, ma molto maggiori se fosse intervenuto il Commissariamento della sanità”.