I carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce hanno arrestato tre fratelli, Antonio, Damiano e Massimo Caroppo, di 54, 46 e 43 anni, il primo di Castri’ e gli altri due residenti a Lecce, su ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo salentino su richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia. Tutto è iniziato quando un imprenditore edile salentino
per evitare ritorsioni, aveva assunto fittiziamente uno dei suoi ‘strozzini’, ma poi ha deciso di denunciare tutto ai carabinieri non potendo piu’ andare avanti. Sono accusati di usura ed estorsione, con l’aggravante delle modalita’ mafiose, e di attivita’ finanziaria abusiva. Nei loro confronti i carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Lecce hanno eseguito una ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Lecce Cinzia Vergine su richiesta del pm della Procura distrettuale antimafia salentina, Alessio Coccioli. Le indagini erano state avviare nel gennaio scorso, dopo la denuncia dell’imprenditore. Era stato Antonio Caroppo, invece, ad essere stato assunto fittiziamente, senza retribuzione ma con il versamento di contributi Inps. Cio’ aveva permesso allo stesso Caroppo di documentare una occupazione al magistrato di sorveglianza nel periodo in cui era sottoposto a misure di prevenzione. Ma i fratelli Caroppo, secondo quanto accertato dai carabinieri, avrebbero taglieggiato e sottoposto a prestiti usurari anche due famigliari dell’imprenditore edile che operano nella stessa impresa, il titolare di un supermercato e i due titolari di una concessionaria di auto nuove e usate. I fratelli Caroppo avrebbero iniziato l’attivita’ usuraria nel 2009 e le vittime avrebbero consegnato loro numerosi assegni. Quando si trovavano nell’impossibilita’ di coprire i debiti contratti, le vittime sarebbero state minacciate se non avessero venduto beni mobili, autotreni e automezzi aziendali, in modo da potere estinguere il debito.