Ennesima conferenza esplicativa sul buco di bilancio provinciale leccese. Macculi respinge al mittente le accuse di cattiva gestione e di invito alle dimissioni e rilancia con le voci documentate sull’impiego dei sette milioni di insussistenza che hanno fatto vacillare l’ente
E’ oramai il tormentone estivo, ha persino superato la questione filobus, è il buco di bilancio della Provincia di Lecce che tiene banco nel dibattito politico dell’estate salentina. Un continuo botta e risposta e conferenze, riunioni e simposi per stabilire chi ha fatto cosa e attribuirne le colpe che n on equivalgono alla soluzione del problema. D’altronde guardarsi indietro è la pecca della contemporanea classe dirigente. E’ quanto succede anche tra gli amministratori della Provincia di Lecce che, a oltre due mesi dalla scoperta dell’insussistenza di fondi del Ministero dell’Interno, continuano a darsi battaglia tra maggioranza e opposizione a suon di proclami di inettitudine governativa. Si è ripetuto anche oggi con la conferenza convocata dall’Assessore al Bilancio Silvano Macculi che, ancora una volta ha esibito grafici e snocciolato dati. Oltre tre milioni di euro per contributi discrezionali a favore di associazioni di varia natura comprese quelle cattoliche sono state, secondo Macculi, l’apice della base del dissesto che si rischia ormai da diversi mesi. Un’ente, ha ribadito l’assessore, ormai al collasso portato dalle due amministrazioni precedenti l’attuale di Gabellone e guidate da Lorenzo Ria prima e Giovanni Pellegrino dopo. Una situazione in bilico per oltre 15 anni e che è implosa nell’attuale governo reo soltanto, ripete da tempo Macculi, di saper fare i conti a differenza di chi li ha preceduti. Accuse pesanti nonostante in più occasioni si sia appurato che l’insussistenza deriva da un errore di trascrizione dei registri contabili. Oltre 205 milioni di debiti accumulati durante le passate gestioni hanno fatto della provincia di Lecce la macchia del sud Italia, l’emblema tra le province mal gestite, “17 milioni di debito annuo che i salentini si sono accollati da quest’anno e per tutti quelli a venire anche di nuove amministrazioni a partire dall’aumento delle Rc auto”.
A sostenere la tesi dell’Asessore, presenti tutti i capogruppo di maggioranza del Consiglio. La replica del centrosinistra, immediata a mezzo stampa, ha sottolineato la “confusione che regna sovrana tra i rappresentanti di governo. L accuse a Ria e Pellegrino sono infondate mentre l’assessore al Bilancio continua a mentire ai salentini”. Secondo le opposizioni, infatti, sembra che il buco di bilancio fosse a conoscenza di Macculi già dallo scorso anno e, se così fosse, non si può che pensar male e considerarlo un falso in bilancio per una precisa manovra politica.
“La verità è che tutto il suddetto avanzo di amministrazione è stato utilizzato per spesa di investimento per € 7.850.000 nell’anno 2003; € 4.777.000 nel 2004; € 3.960.000 nel 2005, come risulta da atti deliberativi dell’epoca.
Tali risorse hanno finanziato beni culturali, edilizia scolastica, opere stradali, edilizia patrimoniale, impiantistica sportiva ed ambiente.
Ci aspettavamo, dunque, che l’Assessore elencasse dettagliatamente la cosiddetta “spesa discrezionale”, che a suo dire, ieri, era di circa 7 milioni di euro, oggi è già diventata di circa 3,7 milioni.
Tutto ciò conferma che l’Assessore Macculi non è in alcun modo credibile e, perciò, il PD conferma la necessità di presentazione di una mozione di sfiducia nei confronti dell’Assessore al bilancio, rinviando ogni utile confronto in assise consiliare”, queste le dichiarazioni di Alfonso Rampino per il Pd provinciale, in attesa della replica ferragostana dell’assessore Macculi.