E’ morta soffocata mentre praticava lo Shibari. Una forma artistica giapponese, diventata col tempo una pratica sessuale estrema, che consiste nel legare più parti del corpo fino al collo. Il piacere si prova quando si arriva al limite del soffocamento, quando l’organismo raggiunge una sensazione simile all’orgasmo. Paola Caputo, 24 anni a dicembre, di Villa Baldassarri, frazione di Guagnano, lo stava praticando con un’amica romana.
Entrambe erano vestite e legate in più parti del corpo con la stessa corda, fatta passare poi sopra un tubo sul soffitto di un garage in via Settebagni, a Roma. Nel gioco ognuna faceva da contrappeso all’altra, dandosi la spinta con la punta dei piedi, in una sorta di dondolio. Ad un certo punto, la romana è svenuta. Cascata per terra, ha costretto Paola a restare in alto, per troppo tempo. Pochi istanti ed è morta soffocata. I nodi della corda, probabilmente, erano stati stretti eccessivamente.
Ad assistere a questo gioco erotico, noto anche come Kimbaku, un ingegnere romano di 42 anni. Prima di fare lo spettatore, sarebbe stato lui a legarle, dicendo loro di essere un esperto di pratiche sadomaso. Lo stesso che ha poi dato l’allarme.
Le ambulanze del 118 hanno raggiunto il garage, appartenente all’Agenzia delle Entrate, dove la romana è impiegata come usciere. Con loro gli agenti di polizia. Per la 24enne leccese, studentessa dell’Università la Sapienza di Roma, i medici non hanno purtroppo potuto fare nulla. L’amica romana, invece, è stata trasportata d’urgenza con codice rosso al policlinico Sant’Andrea. Le sue condizioni sono molto gravi e la prognosi resta riservata.
Pare che i tre abbiano assunto alcol e droga prima del gioco perverso. Forse, non era la prima volta che si riunivano per queste pratiche sessuali. Gli agenti, infatti, nell’auto dell’ingegnere hanno ritrovato altri oggetti per praticare i giochi erotici, tra cui frustini, diverse corde ed altro materiale per il ‘bondage’ e pratiche sadomaso. La sezione Omicidi della Squadra Mobile ha avviato le indagini. Resta ancora da accertare, infatti, se le due ragazze siano state costrette a sottoporsi allo Shibari.
Agli investigatori, l’ingegnere avrebbe dichiarato di avere tentato di salvare una delle due ragazze, cercando di tagliare la corda che la soffocava. In mattinata, i carabinieri hanno raggiunto l’abitazione di via Brunetti, dove vive la famiglia Caputo. Insieme si recheranno nella Capitale, per il riconoscimento della salma. L’ingegnere romano, Soter Mulè, appassionato di sadomaso e di fotografia, è stato arrestato per omicidio volontario con dolo eventuale.