Con la morte improvvisa di Piero Milesi non se ne va solo un pezzo di storia della musica italiana ma anche una pagina fondamentale della riproposta salentina.
Musicista, compositore, sperimentatore di suoni e stili, Piero Milesi è stato uno dei più interessanti personaggi dello scenario musicale italiano, che lo ha visto spaziare in numerosi contesti, lasciando sempre un segno indelebile, come nell’ultimo disco di Fabrizio De Andrè “Anime Salve”, realizzato a cavallo tra 1995 e 1996, di cui fu anche arrangiatore. Così come indelebile è stato il suo contributo alla crescita del festival La Notte delta Taranta, che lo ha visto maestro concertatore nel 1999 e 2011, mentre nel 2002 ricoprì il ruolo di direttore artistico, quell’anno al fianco del maestro concertatore Vittorio Cosma.
“La Fondazione saluta con enorme rimpianto questo grande artista, con cui lo scambio in questi anni non si è mai interrotto”, commenta il presidente Massimo Bray. “Proprio lo scorso agosto, attraverso la direzione artistica, avevamo avuto dei contatti per riprendere in mano lo strepitoso lavoro che realizzò nel 2001 con la Pizzica Sinfonica”.
“Perdere Piero Milesi è come perdere un pezzo della propria famiglia”, commenta Sergio Blasi. “Non ha solo dato un contributo fondamentale allo sviluppo del Festival, ma anche condiviso con noi, a quell’epoca agli esordi di questo grande progetto, alcuni passaggi fondamentali dal punto di vista musicale e artistico. Dopo la prima edizione, attraversata da una discussione molto aspra tra le diverse visioni alla base della riproposta della pizzica, a Milesi fu affidato il compito difficile di trattare un materiale delicatissimo per questa terra. Inutile dire, che pur arrivando dall’altra parte del Paese, finì per amare profondamente questo patrimonio”.
“Con l’arrivo di Piero Milesi, il festival La Notte della Taranta conobbe la sua prima vera svolta – ricorda il direttore artistico del Festival, Sergio Torsello. “Milesi è stato tra le prime personalità di spicco della musica italiana a interessarsi al patrimonio della musica popolare salentina. Un’esplorazione cui si dedicò con l’impegno e la perizia di cui solo i grandi professionisti sono capaci, fino a dedicare a questa tradizione anche la sinfonia originale “Le voci della Terra”. Tra lui e alcuni di noi, compresi i musicisti, si stabilì un rapporto umano molto forte, mai venuto meno in tutti questi anni”.