“Si può essere superficiali per profondità”, scriveva Friedrich Nietzsche, ispirandosi al pensiero degli antichi filosofi greci.
La storia ci pone sempre di fronte alla difficoltà di essere raccontata ed il problema della sua possibile “dicibilità” è pari alla ricerca del senso da attribuirle per poterla ben analizzare e comprendere.
Eppure essa è in grado di ripetersi, più o meno allo stesso modo, ovvero con “corsi e ricorsi storici” in quanto gli eventi sono ricorrenti più sovente di quanto si possa credere.
Allora, se un certo comportamento ha già dato prova delle sue conseguenze negative perché reiterarlo? Un individuo o un sistema che ripete sistematicamente gli stessi errori come deve considerarsi? Nel caso di un singolo soggetto, uno stolto. Ma nel caso di un sistema del governo di una società?
Analizziamo, usando “la lente d’ingrandimento” quanto è successo recentemente in Italia, a Roma e nell’ultimo periodo in Inghilterra dove tutto il mondo ha potuto vedere città come Londra, Manchester, Liverpool, Salford, Leicester, Nottingham, Tottenham, Leeds e Brixton rivoluzionate da gruppi di persone che come un’orda barbarica distruggeva tutto quello che gli capitava sotto mano, mettendo a “ferro e fuoco” interi quartieri.
Ma ci siamo mai domandati quante volte parti di quella società hanno vomitato ogni genere d’inaudita violenza? L’istinto, la bestia primordiale della distruzione e della morte poteva essere in qualche moda isolata e domata? Queste scosse sismiche provocate da un certo tipo d’”inconscio collettivo” potevano essere sapientemente evitate, o meglio ancora prevenute? Ai posteri l’ardua risposta!
Rileggere attentamente la storia, gli eventi, studiando le date può aiutarci a comprendere senza cedere alla giustificazione di come tutto ciò che è avvenuto sia il frutto, il prodotto di una cosiddetta “folle razionalità” dove i bersagli non sono stati altro che quello che la realtà rimandava perfettamente come specchio della profonda vulnerabilità giovanile, cioè di lost generation o se preferiamo “generazione perduta”, d’individui che non possedendo niente per vendicarsi del “lutto del futuro” annientano principalmente se stessi perché ormai hanno perso tutto, divorati dal proprio caos interiore.
Egoismo allo stato puro, radicale? Se si rendessero conto di esserne il prodotto, probabilmente la loro disperazione la indirizzerebbero altrove, senza causare ingenti danni alle persone ed alle cose!