Si sono riuniti oggi gli ordini direttivi di Confindustria Lecce per presentare alla stampa una nuova proposta di gestione delle zone industriali del Salento. La novità emerge in seguito alla polemica tra Confindustria e A.S.I sugli scarsi servizi erogati da quest’ultima e, a sorpresa durante la riunione, un componente esterno denuncia un’ipotesi di speculazione su cui fare chiarezza
Da una parte c’è Confindustria, la confederazione degli industriali che raggruppa circa 800 imprese di diversi settori produttivi, che lamenta un cattivo funzionamento del consorzio per lo sviluppo industriale, dall’altro c’è quest’ultimo che accusa Confindustria di venire meno agli accordi statutari sull’erogazione di imposte per una gestione efficiente della zona industriale. Un conflitto che dura ormai da diversi anni e che ha visto l’interessamento del Tar su questioni come l’aumento degli oneri di urbanizzazione o della Regione sulla cessazione di erogazione idrica alle aziende per morosità del consorzio. Oggi, e dopo svariate lotte intestine anche a mezzo stampa, Confindustria nelle persone del presidente Leone De Castris, del vice Margiotta, del direttore Corvino e del presidente sezione Metalmeccanica Colucci, hanno presentato la proposta di una nuova società consortile, probabilmente una partecipata tra l’Ente pubblico più solido del territorio e le aziende stesse, a fronte della crisi economica che attanaglia l’Asi e lo rende inutile a svolgere il servizio per il quale fu costituito nel lontano 1961. La new company coprirebbe attività di servizi reali alle imprese, gestione delle strutture e degli spazi comuni, gestione di asili nido e mense e progettazioni sui fondi europei per le opere fin qui elencate. Tuttavia, secondo i vertici di Confindustria, il consorzio continuerebbe ad esistere erogando servizi congrui al risanamento dei debiti che ha fin’ora maturato e quantificabili in qualche milione di euro – ha dichiarato il direttore Corvino. L’ Asi continuerebbe a promuovere l’espropriazione di terreni ed immobili necessari alla costruzione di infrastrutture delle aree industriali e di cedere alle imprese le aree che il consorzio acquisisce o ha acquisito a qualsiasi titolo.
E su questi punti è intervenuto Roberto Fatano, delegato dell’internalizzazione di Confindustria per denunciare che le aree industriali ricadenti sotto il territorio Asi devono rispondere a una procedura di assegnazione descritta nel regolamento ma gran parte delle aziende non hanno rispettato tale procedura violando l’assegnazione diretta con l’acquisto attraverso terzi. Una sorta di speculazione tra privati e di cui i presidenti pro tempore, secondo Fatano, hanno avuto la responsabilità di avallare con il silenzio questi passaggi al limite della legalità.” Le aziende che hanno dato luogo alle speculazioni private, sono gli stessi che oggi si riuniscono e, senza alcun titolo, reclamano una legittima difesa del consorzio” ha tuonato il delegato. Già nel 2010, lo stesso Fatano aveva posto la questione di fronte all’allora presidente, il compianto Carlo Benincasa, minacciando un esposto alla Procura della Repubblica se non si fosse fatta chiarezza sulla vicenda. La proposta riguardava il riposizionamento secondo norme di legge delle assegnazioni da parte dei consorzi, solo ed esclusivamente alle attività produttive, che se non edificano entro una scadenza temporale, restituivano i terreni al consorzio che lo avrebbe assegnato secondo una graduatoria alla richiesta successiva. All’epoca Benincasa si attivò senza grossi risultati, “l’attuale presidente Tondo – ha incalzato Fatano – si senta chiamato a questa responsabilità”. Un chiaro invito a operare per lo sviluppo industriale, sia pur con il rischio che gli sia tolto raggio d’azione attraverso la costituzione di una società ex novo, ciò per cui il consorzio Asi, ex Sisri si è costituito mezzo secolo fa.