“La perdita della centralità del malato nella gestione della sanità leccese e la sottovalutazione dei diritti e bisogni dei cittadini si manifesta con l’insufficienza di posti letto per i ricoveri, trasferimenti in altri ospedali, lunghe liste di attesa per visite specialistiche, accertamenti, cure mediche e interventi chirurgici.”
Lo comunica in una nota, Paola Povero. “I problemi da risolvere sono molti e nei settori più vari, perché il funzionamento della sanità e la salute dei cittadini devono riappropriarsi della propria centralità.
La sanità deve, soprattutto, essere libera dai partiti!
È indispensabile che questa amministrazione si riappropri della gestione e passi dal dire al fare!
È indispensabile ancora l’ottimizzazione giornaliera delle apparecchiature, costose alcune, obsolete altre, di cui l’ospedale dispone e delle sale operatorie utilizzate solo parzialmente.
Valorizzare quando possibile le professionalità interne, punti di riferimento e patrimonio della nostra collettività.
Un esempio-quando il Direttore Generale parla della necessità di avviare la “Chirurgia Vascolare” non tiene conto che nell’ambito dell’organico dell’Unità Operativa di Chirurgia Generale vi sono validi chirurghi specializzati (Stefania Romano, Paolo Salvatore, Olimpio Spedicati, Salvatore Tondi) che effettuano, con documentazione presente nei registri operatori, prestazioni di chirurgia vascolare. Sarebbe auspicabile la volontà del fare a costi che possono partire da zero (svolgimento nell’ambito della Chirurgia Generale) riattivando ufficialmente il Servizio che era già attivo in passato.
Inoltre quando si parla di mancata nomina del Primario di Neonatologia mi si deve spiegare se è più importante la burocrazia (o altro) e non piuttosto la necessità di avere efficienza e pieni poteri di gestione, in una Unità Operativa che già è in grave sofferenza per la carenza di posti letto e che vede costrette le mamme ad essere trasferite quotidianamente anche in altre province.
Altrettanto urgente è il problema della parto analgesia, perché tocca la dignità delle donne e non si capisce perché debba passare così tanto tempo senza che si riesca a trovare delle soluzioni, mentre nel frattempo chi paga partorisce senza dolore.
Questi sono solo alcuni esempi; molto si potrebbe ancora dire, ma io continuo a lottare per tempi migliori.”