Il Sindaco Paolo Perrone mette fine al polverone sollevato sui presunti assuntori di droga a Palazzo Carafa, con una conferenza stampa ieri pomeriggio alla presenza della stampa e della Giunta al completo.
Le accuse lanciate dalla senatrice Adriana Poli Bortone nei giorni scorsi, sono scaturite dal termine dell’Operazione Augusta, conclusa dai carabinieri del ROS di Roma e della compagnia di Lecce e che ha portato all’arresto di 49 persone, per associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di stupefacenti. La cocaina, secondo il resoconto, era venduta anche a personaggi di spicco della “Lecce bene”.
Certo non ci si aspettava che il giorno dopo scoppiasse la polemica e che la Senatrice Poli, mandasse alla stampa un comunicato, lanciando accuse contro gli assessori di Palazzo Carafa, affermando di conoscere chi potessero essere questi presunti assuntori.
“Io penso che la città non meritasse tutto questo.” È la risposta di Perrone, durante la conferenza, con il suo test tricologico alla mano. “Una città accusata ingiustamente di essere amministrata da una banda di cocainomani. Nessuno può negare che si è attentato alla reputazione e alla onorabilità e alla serenità di questa comunità. Perché non si è esaurito nelle battutine da bar o nei messaggi da face book. L’idea che ci fosse qualche cocainomane alla guida della città ha portato tensione nella gente seria, che quando ci ha votati era convinta di votare persone per bene.”
Perrone è duro e non si esime dal considerare questo, un tentativo di sciacallaggio, “attraverso una strumentalizzazione diffamatoria e calunniatoria di carattere politico della senatrice Poli, che accecata dal livore e dalla volontà di utilizzare strumentalmente quel momento, parlava di “un senatore e un assessore assuntori di cocaina”. E’ seguito un carosello mediatico, di una classe di operatori dell’informazione che ha dato credito ai “si dice, ai può essere”, al chiacchiericcio da salotto e da bar e contro ogni basilare regola deontologica e senza ricercare le fonti e ne è seguito un parossistico attacco all’amministrazione comunale, in una assurda ricerca di caccia alla streghe da bruciare sulla pubblica piazza.
Io ho sempre riconosciuto alla senatrice Poli una cosa, la sua coerenza. Però in questa vicenda sicuramente perde la perde. Lei è quella che ha candidato nella sua lista un ex-parlamentare cacciato dall’Udc per questioni legate anche alla droga, per le elezioni regionali del 2010 a Brindisi.”
Le conseguenze di quanto accaduto non mancheranno, da quanto il Sindaco lascia intendere: “A breve inizieranno i processi di questioni molto gravi, perché la città è stata vittima di un vile attentato. E di quelle cose parleremo e faremo delle domande, che chiunque responsabile di informazione, dovrebbe fare di fronte alla notizie accertate dalla magistratura. Parleremo di quello e di altro ancora.”
“Sarete d’accordo che la comunità dei leccesi ha subito dei danni ingenti da questa vicenda che devono essere riparati. La città di aspetta delle scuse a 5 colonne in caratteri cubitali, li stessi caratteri utilizzati con forma e modalità per gettare discredito sulla reputazione di questa amministrazione e quindi della città.
E voglio sorvolare sul tentativo di sciacallaggio di qualche patetico personaggio. Gli sciacalli rientreranno tristi e sconsolati nelle loro tane, digiuni.
Rimane l’amaro per una vicenda che questa città non meritava. Sapevo che nel fare il Sindaco avrei avuto degli attacchi ma questa vicenda è assolutamente inaccettabile.
Cosa dovrò fare leggere a mia figlia che mi chiede “papà ti fai la droga”. Cosa potrà risarcirmi dal fatto che per 48 ore ha pensato che fossi tossicodipendente? Non so che tipo di risarcimento la senatrice poli ritiene di dover riconoscere ai cittadini di Lecce e a questa amministrazione. Va aperta una riflessione, oggi c’è un discredito generale, diffuso. Noi abbiamo il diritto di recuperarlo, qualcun altro deve dimostrare che l’obbligo che ha, come ad esempio un organi di informazione, sono un atteggiamento responsabile.
Devo dire una cosa, l’azione di sciacallaggio non ha trovato seguito nell’opposizione e di questo devo dare atto, in questo caso la classe politica ha compreso che si trattava di un attentato alla onorabilità di tutti. Tolto Io Sud, solo un paio dei soliti personaggi, il resto dell’opposizione non li ha seguiti.
Siccome io non mi faccio fregare, perché basta che in un bar o in un salotto che si dica che Paolo Perrone si droga e tutti ci credono, io ho fatto il mio test a giugno. Poi mi sembrava paradossale venire in conferenza stampa a mostrarvi il certificato ma l’ho messo nel cassetto della mia scrivania, convinto che mi sarebbe servito, perché io conosco il clima di questa città.”