Si chiama “Grazia e Furore” il docu-film di Heidi Rizzo dedicato alla vita di due atleti di Muay Thai e che sarà in gara al Festival Internazionale del cinema di Roma, assieme a soltanto un altro film italiano. Un motivo certamente di vanto il Salento, perché l’intera produzione, dagli attori, alle musiche, agli sponsor sono completamente nostrani.
Il film è infatti prodotto da Edoardo Winspear, noto regista salentino e dalla casa di produzione Saietta Film che ha collaborato con Rai Cinema per la realizzazione. Da segnalare inoltre il contributo di due sponsor, Contre dei fratelli De Tommasi e Calliope di Enzo Perrone, anch’essi locali.
Si tratta di un documentario, nato da un’idea di Alessandro Valenti che ha tratto l’ispirazione da un vecchio cartone animato degli anni 90, “L’uomo tigre”.
“I due protagonisti”, spiega, “sono come due eroi calati in un altro mondo.”
E si tratta proprio di due eroi, perché i protagonisti sono i fratelli Fabio e Gianluca Siciliani, campione del mondo per tre volte a livello amatoriale e internazionale professionisti il primo, e campione del mondo amatoriale e italiano professionisti, il secondo. La disciplina è il Muay Thai, nota anche come Boxe Thailandese, uno sport da combattimento che trae origini dalla storia della Thailandia e che è fatto di pugni scagliati coi guantoni da boxe e di calci.
“Il documentario non parla solo di Muay Thai, lo sport ne è solo la colonna sonora”, ci tiene a precisare uno dei protagonisti, Fabio Siciliani. Il film infatti racconta sei giorni della vita dei due fratelli, dislocati nell’arco di due anni. E in queste giornate ambientate tra Italia e Thailandia, i due protagonisti si dividono tra famiglia e lavoro che presentano dimensioni diverse dall’ordinario. Sullo sfondo due culture, quella salentina e quella thailandese che si mettono a confronto e si fondono assieme, venendo a contatto tra loro.
“Questo film”, commenta il Sindaco Paolo Perrone, “meritava il patrocinio del Comune di Lecce per diversi motivi. Innanzitutto perché è la storia di due giovani conterranei che parlano di una disciplina che mi ha da sempre colpito, che apprezzo e che ho ancora praticato in passato. Il documentario inoltre, parla della passione di questi ragazzi, in un contrasto tra la nostra Europa e questo Occidente così affascinante. Senza contare che l’iniziativa nasce inoltre da attori tutti locali; l’amministrazione è infatti accanto a questi giovani che vogliono creare queste cose, perché dimostra che la nostra terra possiede un clima effervescente dal punto di vista culturale. E la partecipazione al festival di Roma, ne è la certificazione.”
Il film sarà proiettato dal 18 novembre presso il cinema Massimo di Lecce, che lo ospiterà per due settimane.