I ritardi nell’indizione del concorso per Vigili urbani al comune di Lecce non sono sfuggiti ad Antonio Capone, candidato sindaco con la lista civica “Verso Lecce”, che polemizza in merito attribuendo i ritardi ad una probabile manipolazione da campagna elettorale
La pubblicazione delle date per l’espletamento della prova scritta è stata già rinviata due volte di un mese esatto, il primo ottobre ed il primo novembre. La possibile causa del ritardo, sarebbe da attribuire all’attesa di una conferma da parte dell’Università del Salento che dovrebbe rispondere alla richiesta di mettere a disposizione i propri ambienti per lo svolgimento della prova scritta, che si è resa necessaria per scremare le 3550 candidature presentate. La questione era stata sollevata inizialmente dall’onorevole Rotundo capogruppo Pd a Palazzo Carafa, in seguito se ne è occupato Giovanni D’Agata IdV, il quale auspicava una soluzione immediata a fronte di un esposto in Procura da parte dello Sportello dei diritti di cui è esponente.
“Conoscendo un po’ l’aria che tira, la paura è proprio che si utilizzi il bisogno di lavoro allo scopo di chiedere un voto che se fosse soltanto “d’opinione” o dovesse semplicemente essere correlato ad un premio per come si è amministrata Lecce nell’ultimo decennio, certamente sarebbe un voto di secca rimandatura se non di bocciatura”, fa sapere Antonio Capone in una nota.
“Ci auguriamo vivamente che la gestione del concorso per vigili urbani venga fatta secondo criteri di limpida e cristallina trasparenza” così come accadeva durante l’amministrazione Poli Bortone ha tenuto a precisare il candidato, quando lo stesso era assessore. “Il concorso per vigile urbano sta diventando, invece, una nebulosa dai contorni imprecisati – continua Capone – e non si capisce il perché, alla luce anche del fatto che un criterio di trasparenza nelle assunzioni aumenterebbe il grado di autorevolezza dei nuovi poliziotti municipali, in una fase in cui vengono considerati alla stregua di avvoltoi che ritengono gli automobilisti leccesi soltanto prede da multare. E non certo, poi, per investire quelle risorse nella sicurezza stradale, quanto invece per colmare i buchi di un bilancio sui quali dovrebbero accendersi i riflettori della Corte dei Conti.
Non è questo il momento del finto fair play; anzi, dovrebbe essere questa la fase di assunzione delle responsabilità ed è strano che tutte le opposizioni, o sedicenti tali, all’interno del palazzo non stiano muovendo un dito per lanciare l’allarme dinanzi ad un concorso troppe volte rimandato”.