Conferenza stampa questa mattina a Palazzo Carafa, indetta dall’assessore all’urbanistica Severo Martini, dopo il sit-in di protesta di ieri pomeriggio, in via Rocco Scotellaro, per i due impianti fotovoltaici che dovrebbero sorgere nella zona.
La protesta nasce dagli abitanti che non vogliono veder sorgere i due impianti a ridosso delle proprie abitazioni. Ieri il consigliere comunale del PD Antonio Rotundo, assieme alla vice presidente della Regione Loredana Capone, hanno chiesto chiarezza sulla questione e sulle autorizzazioni rilasciate per la realizzazione dei due impianti.
“La colpa è della Regione Puglia”, si difende l’assessore Martini. “Che ha permesso che scoppiasse il boom degli impianti fotovoltaici con la promessa di ridurre le emissioni di Cerano, cosa che non è avvenuta.”
L’assessore si riferisce al proliferare di progetti per campi di fotovoltaico non superiori ad un Megawatt, per cui bastava l’autorizzazione DIA rilasciata dal Comune. “La Puglia è diventata vittima e si è riempita di campi e campi di specchi.”
Tutto ciò è stato alla fine regolamentato con una nuova legge regionale, datata 31 marzo 2010, nella quale si impone l’autorizzazione anche da parte della stessa Regione Puglia, per la realizzazione dei nuovi impianti fotovoltaici. Successivamente però, l’amministrazione ha approvato una nuova legge, che è stato nominata “Legge Salva Puglia”. Grazie ad essa, gran parte delle autorizzazioni DIA rilasciate prima del marzo 2010, sono state “salvate” e recuperate.
Tra queste, vi sarebbero quelle dei due impianti fotovoltaici di via Scotellaro. “I due campi sono perfettamente in regola,”, spiega Angelo Mazzotta, uno dei tecnici urbanistici. “Hanno una superficie che copre ognuno 3 ettari e mezzo destinati all’impianto, più una parte lasciata come terreno agricolo. Sono separati dalla tangenziale, con impianti separati e condotti sotterranei, non superano il Megawatt e non sono soggetti a vincolo paesaggistico. Soltanto uno di questi era vincolato in quanto zona militare ma è stato ottenuto anche il nulla osta dal comando militare preposto.”
“Noi come Comune non abbiamo potuto fare altro che prendere atto della cosa. Mi rendo conto della situazione di disagio da parte dei cittadini ma i due campi sono perfettamente in regola. Ci troviamo di fronte ad una situazione kafkiana.”
I cittadini che abitano la zona adesso non possono fare altro che rivolgersi al Tar e fare ricorso, in quanto i due campi dovevano essere inseriti nel registro di quelli autorizzati entro gennaio 2010 e sono stati invece rimandati al gennaio 2011 grazie ad una circolare ministeriale dello sviluppo economico datata 15 dicembre 2010.
Per quanto riguarda le voci sulla parentela di Martini con chi ha firmato il progetto per i due impianti, l’assessore si difende dicendo di aver appreso soltanto due giorni fa questa casuale coincidenza e che per nessun motivo era stata programmata. “Voglio che tutto ciò sia fatto nella massima trasparenza, anche perché quando le pratiche sono state avviate, c’era ancora la vecchia amministrazione e io facevo persino parte dell’opposizione.”