Il risultato di Cesena ha rimesso in pista il Lecce. Pensate solo a cosa sarebbe stata una sconfitta; avrebbe lasciato il Lecce a 5 punti, ultimo in classifica e con una media inglese, a dir poco, disastrosa.
Invece, una bella botta di orgoglio (?!) ha fatto sì che il Lecce, con gli opportuni adattamenti al modulo, possa giocarsela con la ristrettissima pattuglia delle contendenti ai due posti che rimangono per la definitiva condanna.
Ma chi lotterà per non retrocedere? Difficile dirlo, ma il gioco potrebbe restringersi a Novara, Bologna, Siena ed Atalanta. Certo, il mio è solo un pronostico e di sicuro saranno moltissimi quelli che non lo condividono, sia pure in parte. Non fanno parte di questo gruppo sia il Cesena, che considero già spacciato, né l’Inter che, comunque dovrà fare molta attenzione perché non avendo mai fatto la serie B, potrebbe togliere questo suo privilegio dal palmares societario continuando ad andare come adesso. Ma,tornando al Lecce di Cesena, si è visto un “gruppo” molto compatto e disposto al sacrificio che ha coniugato un difendersi, quasi ad oltranza, ed una reattività contropiedistica degna delle migliori squadre anni 70. E’ vero che il Lecce è stato sotto assedio per molto tempo, ed i calci d’angolo lo dimostrano, ma è anche vero che Muriel e Bertolacci avrebbero potuto realizzare la rete del successo. E’ anche vero che questa rete è venuta su deviazione o meglio rimpallo, ma non si può negare che la “cavalcata” di Cuadrado è stata fantastica e meritava la rete. Sommando entrambi gli aspetti, ne viene fuori un Lecce tonico, capace di mangiare l’erba e di tenere il coltello fra i denti come si conviene a squadre che debbono lottare per sopravvivere.
Dopo 10 partite, un quarto di campionato, possiamo dire che il Lecce è tornato in pista. Certo, sarà opportuno correggere qualcosa perché non è ammissibile che si facciano 7 punti fuori casa e solo 1 in casa. Il Lecce, con i suoi 7 punti esterni, sta al terzo posto in classifica dietro i 13 della Lazio, gli 8 della Juve ed alla pari di Napoli, Roma, Cagliari, Atalanta e Bologna, ma mentre questi ultime squadre si son fatte valere un po’ anche in casa, il Lecce non lo ha fatto e gli sforzi per migliorare debbono essere rivolti proprio a questo aspetto. Può darsi che questa sosta possa essere benedetta da chi aveva da recuperare da qualche acciacco fisico, ma quello che è importante, come da me ribadito nello scorso articolo, è che De Francesco “trovi” una squadra tipo, con un suo gioco, e su quella lavori inserendo i sostituti al posto dei titolari quando se ne presenti la necessità. Una squadra vera, anche se di modeste ambizioni, dovrebbe giocare “a memoria” perché tutti i suoi componenti dovrebbero sapere sempre cosa fare; fare filosofia con quello che passa il convento potrebbe essere esiziale. Sono certo che De Francesco, anche alla luce della rinnovata fiducia ricevuta dai dirigenti, sappia farsi valere nello spogliatoio e sappia bene interpretare le esigenze di una squadra come il Lecce.
A margine di queste note, anch’io voglio dire la mia su “calciopoli”. Premettendo che il giudizio di merito non è definitivo e che tutti, dico tutti, debbono essere considerati innocenti fino a sentenza definitiva, vi sembra proprio che non sia successo nulla? E’ ovvio che in tribunale la società può anche, anzi senz’altro, risultare non compromessa, ma bisogna ricordare che in sede penale le responsabilità sono “individuali” e non collettive. Del resto Moggi, a che titolo avrebbe fatto quello che in primo grado gli è stato imputato? Solo per fare lo spavaldo oppure per avvalersi delle vittorie della Juve per raggiungere i suoi reconditi scopi, sottrarre la Juve ai legittimi proprietari (Elkann-Agnelli), accaparrandosela insieme a Giraudo? Perché Giraudo ha patteggiato ed è stato condannato a tre anni? Perché, facciamo un po’ di statistica, tutte le squadre avevano in media un cartellino giallo ogni sette/otto falli e la Juve ogni quindici? Certo che la Juve aveva grandi calciatori, forse i migliori del momento ed avrebbe vinto comunque, però è indubitabile che non tutto si è svolto regolarmente. I piagnistei e le sorprese di oggi mi sembrano fuori luogo anche perché ho registrato all’inaugurazione del nuovo stadio della Juve, il deliberato e mancato invito del sig. Moggi.
Personalmente mi auguro che il personaggio, al quale auguro tutte le assoluzioni possibili sul piano penale, non abbia più nulla a che vedere sul piano sportivo. Certo ha anche le sue ragioni quando afferma di non essere il solo!