“Alla vigilia di una data importante, la Giornata Mondiale dello Studente, genitori e sindacati denunciano i tagli e i guasti della Riforma Gelmini che è intervenuta sulla scuola: fiore all’occhiello dell’Italia in Europa. Ma a Lecce c’è ancora di più, più gravi le contraddizioni e le carenze denunciate
come violazioni dei diritti degli studenti e del loro statuto: i genitori lamentano il totale degrado delle scuole cittadine. Denunciano sporcizia, giardini impraticabili, e in molti istituti persino la mancanza dei beni essenziali, a partire dalla carta igienica; segnalano che neppure i servizi ordinari vengono offerti dal Comune.” Lo dichiara Loredana Capone. “E oggi sui quotidiani leggiamo la denuncia dei genitori del Cesare Battisti. Ma non è il solo Istituto ad essere interessato da questo tipo di problematiche; sempre più si chiede uno sforzo a genitori, insegnanti, bambini, in cambio, però, di strutture non idonee. A fronte della necessità di uno straordinario impegno a favore di studenti competitivi in Europa, i genitori s’imbattono in strutture poco accoglienti, dotate spesso di laboratori e attrezzature finanziati con i van Pon ma difficili da utilizzare anche a causa della riduzione dell’orario scolastico prescritta dalla Riforma Gelmini. Il che rischia di trasformarsi in una beffa per i giovani studenti che avrebbero assolutamente diritto di trovare attrezzature pari a quelle garantite nelle altre città d’Europa.
Il 17 Novembre è vicino ed è la data che impone un’importante riflessione.
Da oltre 60 anni è considerato un giorno di grande valore simbolico per gli studenti. In quella data, infatti, nel 1939, centinaia di studenti cecoslovacchi che si opponevano alla guerra furono arrestati e uccisi dai nazisti. Ma il 17 novembre è anche il giorno in cui, nel ’73, gli studenti greci furono massacrati dai carri armati del regime ad Atene. L’assemblea mondiale di Bombay del World Social Forum decise nel 2004 di ripristinare questa data della memoria e di renderla un momento importante di mobilitazione studentesca. Oggi come ieri le mobilitazioni continuano, i giovani non vogliono pagare un debito che non hanno contratto, frutto delle politiche di austerity che troppo spesso vengono imposte dall’alto. Chiedono reddito per tutti e un investimento sul welfare come unico strumento per uscire dalla crisi. Studenti e precari giovedì 17 novembre scenderanno in piazza per riprendersi le strade della loro città, quelle strade che ogni giorno attraversano per correre appassionati tra scuola e università. I loro diritti non hanno zone rosse, devono essere salvaguardati, e i luoghi per lo sviluppo dell’ingegno e per l’allenamento del loro talento vanno protetti per garantire alle famiglie e ai giovani un elemento chiave per la crescita: quel sapere che genera innovazione. Per tutte le istituzioni si tratta di assumere un grande impegno. Le istituzioni, infatti, in questo hanno un ruolo fondamentale, hanno il dovere di programmare un futuro migliore, anche in un momento difficile come questo. Questa è una fase in cui nessuno può fare da solo, lo ha ribadito pochi giorni fa il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
La Regione Puglia, in tal senso, negli ultimi anni, ha operato in supplenza di politiche statali che si sono rivelate troppo povere se misurate sulle esigenze del nostro Paese e del sud in particolare dove le Università hanno anche il compito di fare da ascensore sociale, e con azioni come il programma Bollenti Spiriti, l’iniziativa Principi Attivi, ha trovato un modo per puntare sull’alta formazione di tutti quei giovani meritevoli sollevando le famiglie da impegni, nella maggior parte dei casi, troppo onerosi. “E’ compito dello Stato, però, dare ai capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, il diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi” art. 34 Comma 3. “La Repubblica deve rendere effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie e d altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso” art. 34 Comma 4.
Così, mi auguro sinceramente che anche questo nuovo governo Monti, seppur impegnato nelle politiche di risanamento, tenga conto che è necessario gettare un seme di crescita per il futuro, un seme di conoscenza e di sapere, e che per farlo, è necessario un rinnovamento radicale come fecero i nostri costituenti nel post guerra.”