“Fu omicidio volontario, nessuna legittima difesa”. Il sostituto procuratore Paola Guglielmi e il procuratore generale Giuseppe Vignola sono riusciti a convincere la Corte d’Assise d’Appello presieduta dal giudice Rodolfo Boselli.
Dopo l’assoluzione in primo grado, i fratelli di Torchiarolo Fabio e Fernando Tondo sono stati condannati rispettivamente a 21 e 23 anni di carcere. Oltre che per l’omicidio volontario di Miglietta la Corte ha condannato Fernando Tondo anche per il tentato omicidio della madre della vittima, raggiunta dal proiettile che ha ucciso il figlio. La guardia giurata di Squinzano fu assassinata fuori dalla sua abitazione il 17 novembre 2005. Nell’aprile scorso la Corte dichiarò illegittima l’ordinanza con la quale i giudici di primo grado avevano sancito per un vizio di forma l’inutilizzabilità delle dichiarazioni che lo stesso Fabio Tondo rese ai carabinieri poco dopo l’omicidio. L’imputato infatti raccontò che quel pomeriggio lui ed il fratello si sarebbero recati presso l’abitazione di Miglietta con l’intento di dargli una lezione, per regolare una vicenda accaduta qualche giorno prima. Il giovane poi avrebbe aggiunto di essere stato il primo ad aver colpito la guardia giurata con un tubo di ferro di 50 centimetri, che era all’interno della macchina del fratello. Miglietta a questo punto avrebbe estratto la pistola e ferito Fernando Tondo. Ne sarebbe seguita una colluttazione, terminata nel sangue. Un proiettile esploso da Fernando si conficcò nel torace della guardia giurata, uccidendola. Il proiettile raggiunse anche il seno della madre della vittima, fra le braccia della quale Miglietta morì.
Gli imputati sono assistiti dagli avvocati Luca Piri e Vito Epifani. I familiari della vittima si sono costituiti parte civile con gli avvocati Elvia Belmonte e Vittorio Vernaleone.
Sicuramente la Corte ha escluso la legittima difesa, riconosciuta in primo grado agli imputati. Per conoscere le motivazioni della sentenza bisognerà attendere i prossimi 90 giorni.