La Compagnia della Guardia di Finanza di Gallipoli, al termine di un controllo ad una società con sede a Nardò, ha sequestrato un deposito di rifiuti speciali, 4.000 litri di gasolio e una tonnellata circa di olio per uso industriale detenuti senza autorizzazione.
In particolare, nell’ambito dei servizi a tutela dell’ambiente, è stata sottoposta a controllo una società che opera nel settore dei lavori stradali e scavi per la canalizzazione di impianti telefonici ed elettrici.
Le verifiche hanno riguardato il possesso dei titoli autorizzativi per la detenzione di grandi quantitativi di carburante, impiegato per alimentare un parco veicoli di 11 camion, 5 motopale, 7 escavatori, 6 furgoni ed altrettante escavatrici a catena.
Il controllo ha permesso di quantificare lo stoccaggio: di 4.000 litri di gasolio per autotrazione; e oltre a circa una tonnellata di olio per uso industriale, utilizzato per l’idraulica, la meccanica e la trasmissione dei mezzi.
Dall’esame della documentazione esibita dalla società, è emerso che non era in possesso delle relative autorizzazioni alla detenzione di un così elevato quantitativo di materiale infiammabile.
Il deposito, costituito da una cisterna della capacita nominale di 5.000 litri, in quel momento contenente 4.000 litri di gasolio, munito di relativa pistola erogatrice, era realizzato in ferro, coperto da una tettoia, privo delle necessarie dotazioni accessorie per la sicurezza, quali i dispositivi antincendio e l’impianto elettrico di messa a terra.
Inoltre, l’olio industriale, anch’esso infiammabile, era stoccato in 6 bidoni, muniti di strumentazione di erogazione, privo delle necessarie misure di protezione e di sicurezza antincendio.
Nel corso del controllo, le Fiamme Gialle hanno inoltre individuato, nel piazzale riservato al parcheggio dei pesanti mezzi di trasporto e complementari all’esercizio dell’impresa di scavi e lavori stradali, un lavaggio non autorizzato, completo di tutto il necessario e riservato ai mezzi industriali facenti parte del parco veicoli della stessa società. Sono stati infatti rinvenuti, in un apposito box a tal fine predisposto, un’idropulitrice professionale di grandi dimensioni, unitamente ad un compressore per l’erogazione della sostanza detergente.
I mezzi industriali venivano lavati impiegando le attrezzature predette e le acque reflue, derivanti dal lavaggio dei numerosi mezzi pesanti, si disperdevano nel terreno, inquinando il suolo e le falde acquifere sottostanti.