Se ne parla ormai da mesi, i primi segnali di sofferenza strutturale si sono avuti a maggio, quando alcuni pezzi di pietra leccese si sono staccati annunciando la necessità di un immediato intervento. Da allora sono state adottate una serie di misure per la constatazione e i metodi di intervento per salvaguardare la facciata della cattedrale di Santa Croce. Oggi l’ennesimo rinvio per mancanza di dati tecnici
Si sono riuniti attorno ad un tavolo tecnico questa mattina al comune di Lecce, il sindaco Paolo Perrone e il presidente della Provincia Antonio Gabellone, sono stati invitati i rappresentanti della Direzione Regionale per i Beni e le Attività Culturali, della Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici per le province di Lecce, Brindisi e Taranto, per la Curia Arcivescovile di Lecce era presente l’arcivescovo Mons. D’Ambrosio e per la Regione Puglia, l’assessore all’urbanistica Angela Barbanente. L’obiettivo del vertice di oggi era individuare i metodi di intervento per il restauro e i fondi da cui attingere necessari al rifacimento dell’opera.
Il sindaco di Lecce già in altre occasioni aveva ribadito la necessità dell’impegno di altri enti oltre al Comune che non poteva farsi carico dell’intero onere. Lo aveva ribadito anche l’assessore alla cultura Alfarano, lo scorso giugno, in seguito alla decisione di accorpare gli uffici della Sovrintendenza per i beni culturali di Lecce a quelli di Bari per limitazione di fondi. In quell’occasione Alfarano aveva auspicato l’intervento di altre forze oltre al Comune, alla Provincia e alla Diocesi che da subito si sono dimostrati uniti e propositivi.
La risposta favorevole giunta dalla Regione ha trovato conferma oggi con le parole dell’assessore Barbanente, disponibile a partecipare alla spesa non appena si conosceranno le entità dei danni e i metodi di intervento, quello che non si è potuto stabilire oggi per il ritardo della consegna della relazione dei tecnici Blasi e Matteini. Tutto rinviato al 30 novembre, scadenza imminente come imminenti sono i tempi di intervento soprattutto in vista del periodo invernale e degli acquazzoni che potrebbero penetrare attraverso la porosità della pietra leccese e danneggiare ulteriormente la facciata della cattedrale. “L’attività di indagine della Sovrintendenza sarà chiusa nei prossimi giorni – ha confermato il sindaco al termine dell’incontro – e noi abbiamo tirato un sospriro di sollievo con la conferma della regione Puglia a poter attingere a varie linee di finanziamento”. Per il momento, i turisti che vengono a Lecce per ammirare il Barocco leccese di cui Santa Croce ne è l’emblema non possono che ammirarla attraverso la “mantovana” metallica che attraversa la facciata al di sotto del famoso rosone